VIDEO/ L’ombra del racket nel business delle pale eoliche. Cantelmo: “Criminalità particolarmente feroce”

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Antonella Marano -“Ripetitività degli episodi avvenuti in arco di tempo limitati, stesso contesto, cioè il giro d’affari delle pale eoliche, stessa imprenditoria nel mirino ed un’organizzazione che non è poi così occasionale. Ci tengo a sottolineare il fatto che, ancora una volta, subiamo molto la presenza di questa criminalità che viene dal foggiano. La criminalità locale è più gestibile quella che proviene dall’esterno è molto più feroce e preoccupante”.

Queste le parole del Procuratore della Repubblica di Avellino, Rosario Cantelmo, uno dei protagonisti, insieme al Comando Provinciale dei Carabinieri di Avellino e dei militari di Sant’Angelo dei Lombardi, della conferenza stampa di stamane per illustrare nel dettaglio gli arresti effettuati nel corso di un’operazione legata al business delle pale eoliche in territorio altirpino.

Dei veri e propri attentati realizzati tra Bisaccia e Lacedonia, ai quali l’Arma ha risposto con l’arresto di cinque persone, uno dei quali è un pregiudicato di Trevico. I reati contestati sono di concorso in tentata estorsione aggravata, danneggiamento seguito da incendio e danneggiamento”.

L’attività investigativa, come ha spiegato lo stesso Procuratore, è iniziata nel maggio 2017 ed  ha consentito di accertare l’esistenza di un gruppo criminoso che, dopo aver provocato gravi danni alle turbine eoliche, hanno avanzato richieste estorsive ai vertici dei gestori delle relative società operanti in Alta Irpinia, minacciando ulteriori attentati.

Le indagini sono ancora in corso. Solo per cinque sono scattate le manette ma al momento risultano coinvolti nella vicenda altre tre persone, uno di questi proveniente sempre da Trevico.

LE INDAGINI

Le indagini, portate avanti dai carabinieri di Sant’Angelo dei Lombardi, sono state condotte con appostamenti, osservazione, monitoraggio con telecamere e mezzi tecnici ed intercettazioni telefoniche ed ambientali.

In particolare sono stati messi in stretto collegamento due attentati, realizzati a Bisaccia e Lacedonia, che hanno interessato la stessa società .

Nel primo caso, avvenuto il 29 maggio del 2017 spiega Cantelmo “fu preso di mira l’impianto impianto eolico della società EuroWind, in quell’occasione fu seriamente danneggiata, a colpi di catene, un trasformatore. Quest’azione era stata preceduta dalla ‘visita’ di una persona al legale rappresentate dell’azienda il quale, in cambio di prezzi molto alti e fuori dal mercato, offrirono la guardiania. L’offerta non fu accettata. Alcuni mesi dopo, però, esattamente il 23 agosto dello stesso anno, la stessa società subì il danneggiamento di una pala eolica”.

Ignoti con viso coperto in quell’occasione scesero dalle auto scaricando dei copertoni – secondo il racconto di Cantelmo testimoniato dalle immagini di videorsorveglianza raccolte durante le indagini – e forzarono con un piede di porco la porta dell’impianto dando alle fiamme la struttura con la benzina.

Prima di queste azioni, nell’ambito della gestione delle pale eoliche, il Procuratore fa riferimento ad un altro episodio avvenuto in Alta Irpinia. In quell’occasione colpi di kalashnikov furono diretti contro una struttura analoga per la gestione dell’eolico.

“Evidenziammo la gravità di quel caso – ha precisato Cantelmo – ma dopo alcuni giorni d’interesse mediatico, quell’evento fu dimenticato. La nostra attenzione a questo settore resta alta e mi preme fare un ringraziamento particolare all’Arma, al controllo del territorio da parte delle Stazioni e, sopratutto, ringraziare la sensibilità dei cittadini diretta al preoccupante fenomeno della criminalità. Grande collaborazione, in questa operazione, anche da parte degli imprenditori vittime di questi attentati che, sin dal primo momento, hanno collaborato per il buon esito delle indagini”.

VIDEOSORVEGLIANZA

“La videosorveglianza è uno strumento efficace e – ha concluso Cantelmo – in questa indagine, ha dato un contributo importante per ricostruire il passaggio delle auto e le azioni degli autori di questi attentati. Prove che hanno permesso di concretizzare un ragionamento davanti al giudice”.

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