Avellino – Puc, Rossano: “Un documento con troppe incongruenze”

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Avellino – “La vicenda del nuovo Piano Urbanistico Comunale di Avellino è sintomatica della leggerezza dell’Amministrazione Galasso nell’affrontare la gravosa problematica del nuovo strumento urbanistico”. E’ il parere di Claudio Rossano, che non manca di sottolineare le ‘incongruenze’ di un iter di approvazione alquanto ‘caotico’. “Secondo quanto stabilito dalla nuova e caotica legge urbanistica regionale le organizzazioni ambientaliste, sociali, culturali e gli ordini professionali intervengono nella fase propedeutica alla predisposizione della proposta di Puc da parte della Giunta Comunale. La prevista consultazione avviene affinché le organizzazioni possano presentare suggerimenti e proposte che l’Amministrazione valuta per la definizione degli obiettivi e delle scelte strategiche di pianificazione. E purtroppo solo in questi giorni, dopo che il Puc è già stato definito nello studio milanese del prof. Cagnardi, vengono chiesti alle associazioni i suggerimenti e le proposte che, evidentemente, non potranno nulla modificare nei pochi giorni dalla prevista adozione. Né potrà essere promosso dagli Ordini professionali alcun utile dibattito su questa materia che è così rilevante per il futuro della città. Ed è evidente che su tale situazione la Giunta Comunale è ormai allo sbando. Non ancora è stata deliberata la revoca del Prg già adottato dal Consiglio Comunale. Allo stesso prof. Cagnardi ancora non è stato conferito lo specifico incarico per la redazione del Puc. Nulla è stato deciso relativamente alle 329 osservazioni presentate dai privati e sulle quali lo stesso prof. Cagnardi aveva ampiamente controdedotto. La convenzione di incarico stabiliva un costo unitario per osservazione pari ad euro 120 più iva. Decidendo di non discutere le osservazioni sono stati gettati al vento circa 47.000 euro. La stessa delibera di G.M. n. 397 del 29 luglio 2005 avente ad oggetto ‘Nuovo strumento urbanistico comunale – approvazione documento di indirizzo’ mostra evidenti contraddizioni. In essa si parla in maniera indefinita di ‘nuovo strumento urbanistico’ e non si precisa mai se si tratti del nuovo Puc o del Prg già adottato e che potrebbe completare il suo iter. Il fatto che si parli di documento di indirizzo e che vengano richiamati gli indirizzi generali contenuti nella delibera consiliare n. 36 del 29/04/2005 induce chiaramente pensare alle procedure previste per il Prg, in quanto la nuova legge regionale non prevede per il Puc che vi siano indirizzi da parte del Consiglio Comunale. Di fatto essi sono stati sostituiti dagli interventi delle organizzazioni ambientaliste, sociali, culturali e degli ordini professionali, pareri che, nella delibera di G. C. n. 397 del 29 luglio 2005, poi trasmessa al prof. Cagnardi per la redazione delle opportune modifiche, non risultano mai essere stati acquisiti. Alle tantissime problematiche citate se ne aggiunge in questi giorni un’altra di rilevante portata. Il Consiglio di Stato, con sentenza del 9 settembre 2005, n. 4654, si è pronunciato sull’illegittimità per incompetenza di una delibera della G.M. con la quale veniva scelto il professionista incaricato per la redazione di un progetto urbanistico. Secondo il Consiglio di Stato la scelta non è di competenza della Giunta – come è avvenuto nel caso dell’incarico conferito allo studio Gregotti-Cagnardi – ma spetta ai dirigenti, secondo l’esplicito disposto dell’art. 107 del T.U. n. 267/2000 o ad una commissione di esperti. Come si vede problematiche enormi, che genereranno molti contenziosi, il cui costo andrà a ricadere sull’Amministrazione Comunale. In questa confusa vicenda ho però una mia personale certezza: il nuovo strumento urbanistico non verrà approvato nei tempi sottoscritti dal nuovo documento sottoscritto dai rappresentanti del “coeso” centrosinistra cittadino”.

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