La prossima Assise cittadina, tra “anatra zoppa” e il Consiglio di Stato

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Marco Imbimbo – Le urne hanno decretato che saranno Nello Pizza e Vincenzo Ciampi a sfidarsi al ballottaggio per la fascia tricolore del Comune di Avellino. I voti presi dalle coalizioni o liste, invece, danno un risultato diverso.

Il gruppo di liste a sostegno di Nello Pizza supera il 50% fermandosi al 53,26% pari a oltre 16 mila voti, mentre i 5 Stelle si fermano al 14,13% pari al 4379 voti, oltre 2000 preferenze in meno rispetto a quelle prese da Ciampi, segno che il candidato sindaco dei 5 Stelle ha usufruito del voto disgiunto a differenza di Nello Pizza che, rispetto alla sua coalizione, perde 3000 voti.

Il voto disgiunto, però, rischia di rivelarsi un’arma a doppio taglio perchè, se da un lato ha danneggiato Pizza, dall’altro gli può tornare utile in caso di sconfitta al ballottaggio. Secondo la normativa nazionale sulle elezioni amministrative, infatti, avendo superato il 50% dei voti nega la possibilità ai 5 Stelle, in caso di vittoria, di ottenere il premio di maggioranza. Di norma quest’ultimo viene attribuito al candidato sindaco vincente che ottiene il 60% dei posti in consiglio comunale (20 nel caso di Avellino). Il premio non scatta nel momento in cui una lista o coalizione diversa da quella del sindaco vincente abbia superato il 50%, a meno ché la lista o coalizione a sostegno del sindaco vincente non abbia raggiunto il 40% dei voti. I 5 Stelle si sono fermati al 14,13% e, di fatto, non avranno diritto al premio di maggioranza, ma la ripartizione dei seggi avverrà in maniera proporzionale in base ai voti ottenuti dalle coalizioni o liste. Anche se esistono in Italia dei casi diversi.

Intanto, attenendoci a queste cifre, si possono fare due ipotesi di composizione del consiglio comunale. In caso di vittoria di Nello Pizza, la sua coalizione otterrà il premio di maggioranza e quindi avrà diritto a 20 consiglieri comunali da assegnare in base ai voti presi dalle singole liste al loro interno. L’opposizione vedrà, invece tra i banchi tutti gli aspiranti candidati sindaco, ad eccezione di Massimo Passaro e Giuliano Bello, a cui non scatterà nessun seggio. Ricordiamo che, la ripartizione, avviene in base ai voti ottenuti dalla coalizione o lista, e non quelli dei candidati sindaco. In questo caso i 5 Stelle hanno diritto a 4 consiglieri comunali (di cui uno è Ciampi). “Mai più” e il centrodestra ne prenderanno 3 (compreso Luca Cipriano e Sabino Morano). Mentre “Si può” e “La svolta inizia da te” vedranno tornare in Aula Nadia Arace e Dino Preziosi. Ironia della sorte, la sinistra si trova a ringraziare il flop di Morano perchè, con un risultato più ampio della destra, alla Arace non sarebbe scattato alcun consigliere comunale.

Lo scenario cambierebbe di poco nel caso in cui dovesse vincere Vincenzo Ciampi al ballottaggio. Il centrosinistra si ritroverebbe all’opposizione, ma con 18 consiglieri comunali eletti (la maggioranza consiliare è di 17),  Sabino Morano “beneficerebbe della vittoria dei 5 Stelle ottenendo un consigliere in più. Stessa cosa per Ciampi che porterebbe in Aula 5 consiglieri invece di 4. . Per tutti gli altri il numero dei seggi non cambierebbe. Quello che ne risulta, però, è il cosiddetto effetto “anatra zoppa“. Termine mutuato dagli Stati Uniti che, nel caso dell’Italia e delle elezioni comunali, sta ad indicare la particolare condizione in cui viene a trovarsi un sindaco eletto che non possiede la maggioranza dell’Aula, cosa che potrebbe succedere a Ciampi che si ritroverebbe a governare avendo a disposizione solo 4 consiglieri pentastellati su 32 in tutto.

Nulla, però, è definitivo perchè, se è la prima volta in assoluto in cui Avellino potrebbe ritrovarsi in una situazione simile, in Italia già si sono verificati questi episodi. Quello che emerge, guardando altri Comuni, è che non c’è un indirizzo preciso. La normativa, infatti, sembrerebbe chiara e, quindi, i 5 Stelle non avrebbero diritto al premio di maggioranza. C’è un però e questo chiama in causa il Consiglio di Stato a cui Ciampi sicuramente farà ricorso. L’organismo giudiziario, infatti, non sempre si è espresso in maniera univoca su casi del genere. Ci sono stati contesti, infatti, dove si è stabilito di attribuire il premio di maggioranza facendo leva sul diritto a garantire al governabilità, come a San Benedetto del Tronto. Per contro, a Potenza, il Consiglio di Stato ha fatto prevalere il principio della rappresentatività su quello della governabilità, non facendo scattare il premio di maggioranza, in quanto ha ritenuto prevalente il diritto dei cittadini ad essere rappresentati in Aula, in base ai voti dati alle liste.

Insomma, lo scenario è contorto. La vittoria di Ciampi farebbe scattare “l’anatra zoppa”, ma partirebbero anche i ricorsi al Consiglio di Stato per vedersi riconoscere il premio di maggioranza e quindi il diritto alla governabilità.

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