INCHIESTA AIAS-NOI CON LORO/ Lady De Mita la vera padrona: soldi pubblici per pagare le due figlie

3
508

Renato Spiniello – Il caso Aias riesplode a ridosso delle elezioni amministrative a cui è chiamato anche il capoluogo. Dopo i sigilli apposti dalla Guardia di Finanza, su ordine della Procura, alla sede di Via Morelli e Silvati dell’associazione che si occupa di assistenza ai disabili, stamane è toccato alle strutture di Calitri e Nusco.

L’inchiesta, partita a novembre, vede iscritti all’elenco degli indagati dieci persone tra cui Anna Maria Scarinzi, moglie di Ciriaco De Mita, ex premier e capo della Dc e a 90 anni ancora influente nelle scelte politiche irpine come dimostra il recente accordo con l’altro ex democristiano Nicola Mancino sulle vicende elettorali, ma anche il presidente della stessa associazione Gerardo Bilotta, dimessosi a seguito dell’indagine.

La Scarinzi è presidente dell’associazione Noi con Loro, che offre la sede di Via Morelli e Silvati all’Aias, ma le due associazioni, sebbene autonome sotto il profilo strettamente giuridico, farebbero capo a un unico centro di interesse, che ruoterebbe attorno a lady De Mita (“la vera padrona dell’Aias” per utilizzare le parole del direttore amministrativo del centro d’assistenza disabili).

Ma l’elenco degli indagati si è allungato ulteriormente in queste ore con il coinvolgimento delle due figlie dell’attuale sindaco di Nusco, Simona e Floriana, coinvolte nell’inchiesta per aver svolto un’attività di consulenza informatica fittizia, nell’ambito di un progetto finanziato con soldi pubblici. Incarico per il quale, secondo i Pubblici Ministeri, le due non avrebbero avuto le competenze necessarie.

De Mita non risulta indagato, ma dalle carte e dalle intercettazioni emerge un suo personale interessamento nella vicenda, tanto che il 7 marzo scorso è stato ascoltato per quasi due ore in Procura dai pm Rosario Cantelmo e Vincenzo D’Onofrio come persona informata sui fatti.

I due magistrati che in queste ore hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di 84mila euro nei confronti della Hs Soluzioni SRL dei fratelli Preziuso e di Noi con Loro per asserita attività di assistenza informatica mai realmente eseguita e di 3.120 euro dai conti della Scarinzi e altri 3.750 a testa da quelli delle due figlie di De Mita per i medesimi motivi. Disposti anche sequestri per circa 1.350.000 euro dai conti Aias e altre ditte coinvolte nelle indagini. Sequestrati infine 120.000 euro all’ex numero uno della sezione Aias del capoluogo Gerardo Bilotta, somma che sarebbe oggetto di peculato e riciclaggio e destinata alla costruzione di un immobile.

Profitti provenienti da finanziamenti e contributi pubblici – stando all’accusa – che avrebbero dovuto essere destinati a scopi sociali o alla fornitura di prestazioni socio sanitarie, ma che in realtà sono serviti a indebiti arricchimenti personali. Un centro di interessi (e di potere) su cui è confluita in questi anni una notevole quantità di soldi pubblici, destinati a scopi sociali, ma che in realtà, anche in maniera spregiudicata e disinvolta, venivano utilizzati per interessi personalistici e privati di persone provenienti dalla sfera familiare o di amicizia della Scarinzi.

Una disinvolta gestione – sempre riportando le parole del pm – favorita dall’assenza di controlli da parte dei pubblici funzionari. Lo stesso accreditamento riconosciuto dalla Regione Campania fin dal 2013 con rinnovi annuali sarebbe “irragionevole”. All’uopo a marzo è toccato a Enrico Coscioni, consigliere politico per la Sanità del Presidente della Giunta Regionale Vincenzo De Luca, sfilare in Procura sempre come persona informata sui fatti.

E proprio sull’accreditamento della struttura e sul ruolo “risolutore” (così definito dagli inquirenti) che Ciriaco De Mita avrebbe avuto presso gli organi regionali ne riparleremo, ripercorrendo, nella nostra indagine, tutte le tappe della drammatica vicenda.

3 COMMENTS

Comments are closed.