VIDEO/ Dalla guerra in Siria a Montevergine: il Santuario accoglie una famiglia di profughi

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La comunità dei monaci benedettini di Montevergine ha scritto una bella pagina di accoglienza ed integrazione. L’Abbazia di Montevergine, attraverso l’opera della comunità di Sant’Egidio di Roma, impegnata costantemente in questa mission, ha accolto una famiglia siriana composta da mamma e papà e cinque figli.

Diciotto mesi, questo il tempo che trascorrerà la famiglia nel cuore della nostra Irpinia. Un tempo utile per integrarsi e provare a ricostruire una nuova vita, lontana dal dolore della guerra che ha messo in ginocchio la Siria.

Un conflitto, iniziato ben sette anni, che sembrava terminato alla fine del 2017, quando le forze in campo erano giunte ad un accordo per l’avvio di un processo di pace. Si sapeva che i combattimenti non si sarebbero arrestati nelle zone ancora controllate dagli jihadisti dello Stato Islamico.

A raccontarci questa bellissima storia, in un’intervista esclusiva rilasciata ad Irpinianews, è Padre Carmine.

La famiglia proviene dal territorio controllato dai ribelli, esattamente dal Nord della Siria. Sono tante le sofferenze che i loro occhi hanno visto e le loro bocche possono testimoniare. Per via dei bombardamenti e di quest’assurda guerra, il più piccolo, di 7 anni, ha perso l’udito. Ma certamente non la voglia di vivere.

Secondo le cifre riferite dall’Osservatorio siriano per i diritti dell’uomo (Osdh)  morti accertati dall’inizio del conflitto sono 353.935. Poco meno di un terzo sono civili: 106.390, di cui 19.811 bambini e 12.513 donne; 110mila sono le persone che hanno perso la vita nelle fila dell’esercito e delle altre milizie fedeli ad Assad.

Secondo l’Unicef, il numero di bambini morti in Siria è risultato in aumento del 50% nel 2017, rispetto all’anno precedente. E 3,3 milioni di minorenni sono in pericolo in tutto il paese a causa della presenza di ordigni.

Proprio su questo tema avevamo raccolto anche la testimonianza di Medici senza Frontiere, in un’intervista rilasciata, il 15 aprile scorso, da Francois Dumont, responsabile comunicazione per Medici Senza Frontiere, in cui descrive l’atrocità della guerra e il dolore e la morte.

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