Avellino – Nessuno è indifferente al movimento politico che gravita attorno ai grandi partiti irpini. Neanche Sinistra Democratica che guarda con interesse all’evolversi delle vicende in casa Pd e quelle dei ‘vicini’ di centrodestra. “Siamo nati non riconoscendoci nessun valore strategico nello scioglimento dei due filoni storici della Margherita e dei Ds”. Un incipit che la dice lunga e che sicuramente sarà il leitmotiv durante la prossima campagna elettorale. Angelo Giusto, esponente di Sd, traccia quelle che saranno le direttive che il partito seguirà fino all’appuntamento elettorale. Ma prima è bene condire con un po’ di sale critico e spiegare cosa ha fallito ed ha portato alla bagarre di questi giorni. “Non si costruisce il nuovo con l’aggiunta di difficoltà su difficoltà. – ha sciorinato l’ex diessino con chiarissimo riferimento al Partito Democratico – Siamo l’unico Paese senza una Sinistra e questo perché il Pd ha intrapreso un’avventura sbagliata compiendo un errore che ha cambiato le sorti della politica italiana e non solo”. Poco il tempo a disposizione per riunire sotto un’unica ala tutte le Sinistre in ballo: dai socialisti ai comunisti italiani. “Purtroppo la politica del suicidio adottata da Veltroni e Berlusconi ci ha concesso tempo insufficiente per riorganizzarci e delineare un quadro d’azione per presentarci alle Politiche adeguatamente. Purtroppo l’appuntamento per il rinnovo del Governo è inesorabilmente giunto e ci ha penalizzato”. Ma alla prossima competizione, che in Irpinia chiamerà gli elettori alla ‘rigenerazione’ di Provincia e Comune – oltre a un numero considerevoli di amministrazioni – suonerà una nuova carica. “La politica è morta ed ha portato con sé anche i partiti più deboli. Quelli che invece sono rimasti a galla sono prigionieri degli elettori e vengono meno quella volontà ed unione di intenti che dovrebbe animare la vera politica. Questo principio è devastante. Non si guarda avanti ed a quello che accade intorno stando nella propria stanzetta. In questo modo crolla il bene comune e la qualità della democrazia”. Il presidente della V Commissione regionale ne ha anche per la querelle che interessa il Partito Democratico ad Avellino. “La vecchia mezza mela dei Ds vorrebbe poter gestire e non ci riesce perciò fa ammuina, dal canto suo gli ex Margherita vorrebbero difendere l’insediamento di tradizione demitiana e…litigano. Poi c’è chi in questa fitta selva, con cappello alla mano, cerca di sistemarsi, ma non perché rappresentante di un grande partito. Si presenta solo per dare testimonianza di esistenza e non per altra valenza”. (di Marianna Marrazzo)
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