Allarme dei geologi: “Dopo l’alluvione lavori importanti, ma non basta”

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Messa in sicurezza

“Oggi, a distanza di 20 anni, si è attuata una intensa pianificazione territoriale di prevenzione, ma va attuata soprattutto la manutenzione di tali opere, allo stato attuale carente, affinché prosegua la loro efficacia nel tempo. La difesa dagli eventi catastrofici e del territorio va fatta attraverso azioni e attenzioni continue, altrimenti si rischia addirittura di ingenerare una peggiorativa e falsa percezione di sicurezza”. Micla Pennetta, geologo, docente dell’Università Federico II di Napoli si sofferma sull’alluvione del 1998 che sconvolse Quindici e Sarno.

“Ricordo che nelle ore successive sorvolai in elicottero l’intera area per individuare le frane. Vent’anni dopo la tragedia del 5 maggio 1998 a Sarno ed in altri comuni in Campania – aggiunge – si è lavorato intensamente anche grazie all’attività delle Autorità di bacino regionali che hanno presidiato il territorio ed hanno evitato interventi edilizi e infrastrutturali poco rispettosi dei delicati equilibri del territorio.

Inoltre, il Commissariato di Governo, istituito all’epoca per superare l’Emergenza Idrogeologica, ha realizzato diversi interventi importanti a Sarno, Siano, Bracigliano, San Felice a Cancello, Quindici, Moschiano e altri interventi rilevanti sono stati realizzati con fondi sia Statali che Regionali in tutta la Campania. Ora, però, bisogna insistere e garantire la manutenzione di queste opere”.

Le esperienze maturate in Campania, dopo Sarno e successivamente nelle altre regioni, hanno fornito la base per una sostanziale rivisitazione delle Linee Guida per la Cartografia Geomorfologica“, rilancia Gilberto Pambianchi, Presidente Nazionale dei Geomorfologi Italiani e docente Università di Camerino, “soprattutto nella prospettiva applicativa, attraverso una intesa istituzionale tra AIGeo, ISPRA e CNGeologi ed il coinvolgimento di gruppi di lavoro specialistici di tutte le sedi universitarie italiane. L’auspicio è che nella fase di sperimentazione e calibrazione della nuova cartografia geomorfologica “ad oggetti”, possano essere intensificate le occasioni di confronto interdisciplinari a servizio della comunità nazionale, anche attraverso una capillare disseminazione alla comunità professionale ed ai funzionari degli enti pubblici competenti”.