Marco Imbimbo – Il Comune di Avellino si schiera dalla parte dell’antifascismo e lo fa a pochi giorni dalla data simbolo del 25 aprile e di quel giorno della Liberazione che segna uno spartiacque nella storia italiana, tra quello che è avvenuto nel nostro Paese prima del ’45 e quello che sarà dopo.
Con una delibera di Giunta apposita, Palazzo di Città adotta le «Misure di contrasto agli atteggiamenti antidemocratici e discriminatori di matrice neofascista, razzista e omofoba sul territorio avellinese».
Una decisione che prende le mosse dalla volontà del consiglio comunale espressa nel 2016, ma anche dagli episodi che si stanno verificando in città negli ultimi mesi, come denuncia stesso il deliberato di Giunta: «Il territorio cittadino è oggetto di ripetute violazioni delle regole democratiche ad opera di gruppi di ispirazione neofascista che affiggono manifesti abusivamente e illegalmente e imbrattano le mura cittadine con scritte inneggianti all’odio e alla discriminazione».
A cui si aggiungono anche le preoccupazioni legate alla crisi sociale e produttiva del Paese che possono alimentare «pericolose forme di pensiero antipolitico, populista e revisionista, che, assieme alla sfiducia nelle istituzioni democratiche, favoriscono il proliferare di comportamenti antisociali di matrice neofascista, razzista e omofoba».
Un insieme di preoccupazioni e di episodi verificatisi in città, che hanno portato l’ente di Piazza del Popolo a varare un atto che contiene una serie di prescrizioni come volte a contrastare, in ogni forma, qualsiasi azione di stampo neofascista o razzista, a cominciare dal cancellare «dal territorio comunale tutte le scritte e i simboli, nonché i manifesti inneggianti alla mitologia fascista», così come si legge nel deliberato, ma anche di «non autorizzare qualunque tipo di manifestazione sul territorio che presenti richiami all’ideologia fascista, alla sua simbologia, alla discriminazione razziale, etnica, religiosa, di genere e di orientamento sessuale».
La delibera di Giunta guarda anche alla sensibilizzazione e alla promozione dei valori culturali legati alla Resistenza e alle radici antifasciste della Repubblica italiana, non a caso di prevede di devolvere «il 90% degli introiti, provenienti dalle multe per affissione abusiva relativamente a scritte e simboli, nonché manifesti inneggianti alla mitologia fascista, per la progettazione ed attuazione di iniziative sulla Democrazia e la Costituzione in collaborazione con le scuole della città di ogni ordine e grado, nonché nei luoghi di aggregazione sociale», spiega l’atto di Giunta.
Verranno anche messe in campo iniziative di sensibilizzazione sul tema dei nuovi fascismi, con particolare attenzione alle fasce giovanili e più vulnerabili della popolazione.
Una delibera, quella approvata dalla Giunta, in cui vengono ricordate anche tutte le leggi nazionali che contrastano il nazifascismo, dalle disposizioni previste nella Costituzione, passando per la legge Scelba del 1952, fino alla Legge Mancino del 1993 che «vieta e sanziona la manifestazione di atteggiamenti legati all’ideologia nazifascista, aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali».