Sprar e accoglienza: un bando lungo 14 mesi. E il tempo rischia di scadere

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Marco Imbimbo – A piccoli passi comincia a sbucare il bando per il progetto Sprar, anche se ancora non lo si vede del tutto. Un parto cominciato nel febbraio del 2017, con un travaglio lunghissimo e solo ora si comincia a vedere la testa, ma ancora non è uscito del tutto. O meglio, quello reso pubblico dal Comune è ancora incompleto: mancano data di scadenza e indicazione del responsabile unico del procedimento, a cui dovranno far riferimento gli interessati. Insomma un bando a metà.

Nello specifico si tratta del progetto di accoglienza per i richiedenti asilo messo in campo dal Ministero dell’Interno, con cui si dà un ruolo centrale ai Comuni nella gestione e, soprattutto, integrazione dei migranti. Il Consiglio Comunale ha aderito al progetto lo scorso febbraio 2017, su proposta del gruppo “Si Può”, ma da allora non si è mosso nulla e il Comune ha perso già 14 mesi per ottenere i finanziamenti ministeriali, ma ne perderà tanti altri ancora.

Se il tutto dovesse subire un’accelerazione, il progetto del Comune di Avellino finirà nella finestra di valutazione ministeriale di settembre per ottenere i contributi a inizio 2019. In mezzo, però, ci saranno le nuove elezioni e, la prossima amministrazione, potrebbe anche decidere di non aderire più al progetto Sprar. Vanificando tutte le buone intenzioni di questi ultimi 14 mesi. Siamo nel campo delle ipotesi, però.

La realtà dice che il bando per selezionare il partner con cui presentare il progetto è pronto (ma sempre pubblicato a metà). Si tratta di individuare un soggetto in grado di fornire all’Amministrazione Comunale un insieme di servizi specialistici di carattere sociale. La procedura di co-progettazione persegue la finalità di sostenere modelli di governance in grado di rendere le politiche sociali un sistema stabile, riconoscibile e da valorizzare all’interno di un metodo di programmazione.

Il progetto dell’ente di piazza del Popolo si inserisce all’interno del sistema SPRAR nazionale. Nello specifico punta ad offrire accoglienza integrata a uomini, donne e minori richiedenti asilo e rifugiati e dovrà sostanziarsi non soltanto nell’assistenza sanitaria, sociale e domiciliare, specialistica e/o prolungata a favore degli stessi, ma collocare il richiedente al centro del Sistema di Protezione, rendendolo protagonista del proprio percorso di accoglienza e integrazione e non mero beneficiario passivo.

Come previsto dal sistema Sprar, i Comuni che aderiscono giocano un ruolo di primo piano nel sistema dell’accoglienza, soprattutto supervisionando le attività svolte. Il progetto stilato dal Comune guarda all’accoglienza di 50 migranti per il triennio 2018-2020 e punta a un finanziamento di quasi 2 milioni di euro. Tra i servizi da garantire sono previsti, oltre all’accoglienza materiale e la mediazione linguistica-culturale, anche orientamento ed accesso ai servizi del territorio; formazione professionale e inserimento lavorativo; orientamento ed accompagnamento all’inserimento abitativo autonomo; orientamento ed accompagnamento all’inserimento sociale; tutela psico-socio-sanitaria.

Un insieme di attività, dunque, in cui il Comune di Avellino sarà protagonista al fine di garantire la migliore integrazione dei richiedenti asilo presenti in città e che sarà finanziato per il 95% dal Ministero. Un’occasione importantissima e da non perdere, quindi, ma che a piazza del Popolo sembra vogliano sciupare.