Teatro “Carlo Gesualdo”, Chiauzzi chiude i conti: debiti per oltre 700 mila euro

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Marco Imbimbo – Arriva una parola definitiva sul Teatro “Carlo Gesualdo”, almeno da un punto di vista contabile. Il commissario liquidatore, Marco Chiauzzi, ha completato la ricognizione della massa passiva e attiva del Massimo cittadino, ovvero debiti e crediti. I numeri sono importanti, ma non dovrebbero destare preoccupazione.

Nel dettaglio, il “piano di estinzione delle passività” parla di un rosso da 715.201,28. Debiti maturati dall’8 novembre 2001 in poi, come si legge nel prospetto, e che riguardano vari prestatori d’opera. Si va dalle cooperative che si occupavano di accoglienza e biglietteria (per circa 140 mila euro in totale) fino a Sienergia, che avanza oltre 125 mila euro, passando per il Teatro Pubblico Campano e il Teatro “San Carlo”, oltre a tanti altri fornitori e prestatori d’opera.

La cifra di oltre 700 mila euro è il risultato delle verifiche effettuate da Chiauzzi su tutte le istanze pervenute da settembre in poi, quando ha assunto l’incarico di commissario liquidatore. Da precisare che non tutte le istanze sono state ammesse, altre sono state riconosciute solo in parte. Quelle escluse ammontano a circa 250 mila euro, alcune perché incomplete della documentazione necessaria a confermare la prestazione offerta, altre perché definite come non a carico del Massimo cittadino.

Per contro, c’è da considerare una massa attiva importante di circa 1,7 milioni di euro. Cifra che, all’apparenza, può far dormire sogni tranquilli al Comune di Avellino, proprietario del teatro. Di questi 1,7 milioni di euro, oltre 570 mila euro sono costituiti dal fondo cassa risultante presso la tesoreria dell’ente, ma alla data del primo gennaio 2017.

Il resto, circa 1,2 milioni di euro, è dato dai residui attivi accertati da Chiauzzi. Di cui oltre 210 mila euro che deve la Regione Campania come contribuiti per il 2012 e il 2015; altri 613 mila euro riguardano i contribuiti del Comune di Avellino per il 2016 e 2017 in qualità di quota di funzionamento. Gli altri crediti, invece, vanno recuperati da terze parti, private e non.

Facendo, dunque, due conti tra debiti e crediti, il risultato è positivo, ma, come dicevamo prima, lo è solo all’apparenza, ovvero sulla carta. Gli oltre 700 mila euro di debiti, infatti, rappresentano una certezza, ovvero la somma che dovrà necessariamente essere pagata, mentre la massa dei residui attivi dovrà essere riscossa. In questo caso, però, bisognerà successivamente verificare quelli che sono realmente esigibili e quali non lo sono più, per svariate ragioni.

Insomma, a conti fatti, il dato certo è che il valore finale dei debiti, all’esito della ricognizione, parla di oltre 700 mila euro. Adesso il prospetto elaborato da Chiauzzi dovrà passare prima per le commissioni consiliari preposte, poi arrivare in Assise cittadina per essere approvato, chiudendo così la vecchia partita del teatro e aprendo quella sul futuro del massimo cittadino.