La scuola riparte nel caos: scioperano le maestre, lezioni a rischio

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Bambini a rischio

Più di tre milioni gli alunni delle scuole d’infanzia e primarie che oggi rischiano di non poter tornare a scuola dopo la pausa natalizia.

“Tra poche ore – sottolinea Marcello Pacifico, presidente Anief-Cisal – le famiglie italiane si accorgeranno cosa vuol dire perdere il maestro del proprio figlio, dopo diversi anni, per colpa di una sentenza che non doveva neanche essere pronunciata”.

La sentenza plenaria del Consiglio di Stato, pronunciata a fine Dicembre, aveva stabilito che il titolo di diploma magistrale non costituisse documento abilitante per le graduatorie ad esaurimento, escludendo così più di sessantamila persone. E saranno migliaia i maestri ad aderire al primo sciopero dell’anno, manifestando direttamente a Roma presso il Ministero dell’Istruzione o davanti agli uffici scolastici regionali delle principali città italiane.

“Con l’astensione dal lavoro di lunedì – spiegano all’Anief – il sindacato chiede di confermare nei ruoli dello Stato i seimila neoassunti con riserva che hanno superato o stanno superando l’anno di prova e di assumere i 44mila colleghi inseriti con riserva nelle GaE che da molti anni insegnano ormai nelle nostre scuole”.

Ad agosto scorso risultavano inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento, complessivamente, 125 mila precari: 67.622 per l’infanzia e 57.369 per la primaria. Una guerra tra due fasce di futuri docenti per stabilire chi sarebbe stato assunto per primo, nonostante all’atto pratico le reali possibilità di ottenere una cattedra oscillassero dai 3 ai 5 docenti su cento.

Una vicenda giudiziaria che, al netto della mobilitazione di massa dei docenti, rischia di penalizzare i bambini a partire dal mese di settembre quando quei docenti saranno declassati alla seconda fascia della graduatoria di istituto senza certezza di tornare nele proprie classi.

“Già in due occasioni le graduatorie sono state riaperte dal Parlamento, nel 2008 e nel 2012, senza attendere il parere dell’Avvocatura dello Stato, peraltro ancora in ingiustificato silenzio. La politica deve assumersi le sue responsabilità, dopo il fallimento del tavolo di confronto richiesto dai sindacati in scadenza di mandato”, ricorda l’esponente sindacale Anief, concludendo: “In caso contrario, la mobilitazione continuerà e partiranno le nuove azioni legali, per annullare in Europa o in Cassazione la sentenza della Plenaria”.