Una folle corsa quella dei prezzi dell’acqua, aumentati del 35 per cento in 5 anni e del 61 per cento in 10.
Uno studio internazionale rivela che le tariffe italiane negli ultimi cinque anni sono quelle che hanno subìto gli aumenti più notevoli in tutta Europa, facendo passi da gigante per adeguarsi alle straniere. Tuttavia non è stato registrato alcun aumento parallelo della qualità del servizio.
Bollette da capogiro, anche in Irpinia. Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, il sud si distingue come “sprecone” e Avellino con 262 euro annui si conferma il capoluogo campano dove l’acqua costa di più. Trend positivo invece per la provincia di Benevento che con 119 euro annui è il comune in cui il servizio costa meno.
I dati elaborati hanno preso in esame gli anni 2006 e 2007, analizzando per tutti i capoluoghi di provincia italiani il servizio idrico integrato: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione e quota fissa o ex nolo contatori. Napoli si è aggiudicata il primato di comune che ha registrato il maggior aumento annuo, circa l’8 per cento, un aumento superiore alla media nazionale che ha visto salire le tariffe idriche del 4,6 per cento tra il 2006 e il 2007.
Complessivamente in Italia il 35 per cento dell’acqua immessa nelle tubature va persa: il problema è particolarmente accentuato nelle regioni meridionali (49 per cento) dove sono evidenti “notevoli criticità” in Puglia con la seconda spesa più elevata ed una percentuale di perdita di acqua ben superiore alla media.
Redazione Irpinia
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