Congresso PD, Gengaro dice no al “tesseramento farlocco” e sbatte la porta

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E’ con un amaro sfogo nei confronti dell’attuale gestione del Partito Democratico ad Avellino che Antonio Gengaro decide di rassegnare le proprie dimissioni in una lunga lettera indirizzata al commissario provinciale David Ermini.
“Caro Davide, non condivido e non mi adeguerò alle decisioni degli organismi di partito che stanno per convalidare quasi tutti i tesserati del 2017 – scrive Gengaro -. Se a questi si aggiungono gli iscritti online del 2016, secondo i miei calcoli, quasi la metà degli aderenti al Partito Democratico irpino è frutto di iscrizioni false, figlie di logiche correntizie, clientelari ed affaristiche”.
L’ex vicesindaco dell’amministrazione Di Nunno e, fin ad oggi, coordinatore del circolo Foa, focalizza i propri strali sulla lunga e tormentata vicenda dei tesseramenti sulla gestione dei quali Gengaro si era già detto in disaccordo in più occasioni: “E’ stato un prevedibile errore aprire l’ultima campagna di tesseramento lampo ed il rimedio posto – una sostanziale sanatoria – appare, addirittura, peggiore del danno.
Nessuno ha visto code di cittadini con la voglia matta di iscriversi al partito, eppure alla fine i numeri, poco più di 13.000 adesioni, sono esorbitanti rispetto alla media nazionale. In Irpinia si rischia, in alcune realtà, paradossalmente, di avere più iscritti che elettori!”.
“Alla luce di ciò, a mio modesto parere, sarà un errore celebrare il congresso del post-befana, con  una platea molto diversa da quella dell’ultima assise nazionale, con rappresentanze espresse in virtù del tesseramento farlocco”. Alla fine, arriva la bordata contro chi sta premendo per celebrare a breve il congresso, lasciando ancora una volta irrisolta la questione degli equilibri di un grande partito come il PD, che ormai sembra aver perso il controllo.
“Mi è assolutamente chiaro il tentativo di chi, tentando di impossessarsi di “via Tagliamento”, vuole mettere le mani sulla città, oltre che ottenere ruoli chiave a tutti i livelli istituzionali. A tal proposito un partito serio e trasparente, innanzitutto, dovrebbe interrogarsi sulla provenienza delle risorse economiche utilizzate per acquisire interi pacchetti di tessere”.
“Ci ho pensato a lungo e mi dispiace, soprattutto per gli appassionati militanti del Foa, ma ho il dovere di rassegnarti le dimissioni da coordinatore pro-tempore del circolo Vittorio Foa Polis e da rappresentante provinciale della mozione Orlando – conclude mestamente Antonio Gengaro -. E’ l’unico modo che ho, purtroppo, per rimarcare tutta la personale indignazione e per rivendicare, con orgoglio, una diversità”.