Avellino, non è finita: la Procura Federale battaglia in appello

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Claudio De Vito – Avellino e Catanzaro hanno esultato martedì per la vittoria al processo sportivo messo in piedi dalla Procura Federale per la presunta tentata combine del 2013.

Un successo tuttavia parziale perché, come prevedibile (la casistica dice che la Procura ricorre sempre nei casi di presunto illecito sportivo), i pm sportivi hanno impugnato il verdetto di primo grado emesso dal Tribunale Federale Nazionale. Insomma una pura formalità da mettere in conto.

La Procura Federale aveva sette giorni di tempo per appellarsi alla Corte Federale ma già al secondo giorno (ieri) ha inoltrato il ricorso finalizzato al ribaltamento della sentenza emessa 72 ore fa. A quanto pare l’accusa non ha presentato nuovi elementi rispetto all’istruttoria sulla quale aveva fondato i deferimenti neutralizzati dal TFN per mancanza di prove. “Sarà possibile allegare solo nuovi atti, diversi da quelli richiamati nel deferimento e non prodotti in giudizio” recita infatti il Codice di Giustizia Sportiva.

Le difese, dal canto loro, si sono già messe all’opera per richiedere gli atti ed analizzare i motivi del ricorso presentato dalla Procura Federale. Sulla base di questi, i legali di parte elaboreranno le loro controdeduzioni in vista del processo d’appello che si terrà dopo l’Epifania.

L’udienza dovrebbe essere fissata non prima del 10 gennaio. Non ci sarà ulteriore attesa per la sentenza del secondo grado endofederale: nel giorno stesso del dibattimento si saprà se il ricorso sarà stato accolto o rigettato.