50 migranti nello Sprar gestito dal Comune, ma è corsa contro il tempo

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Marco Imbimbo – Il consiglio comunale si era espresso lo scorso mese di febbraio, approvando all’unanimità l’adesione alla rete S.p.r.a.r. (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), il progetto avviato dal Ministero degli Interni con cui si dà la possibilità ai Comuni di entrare direttamente nella gestione dei centri di accoglienza.

Dieci mesi dopo, è arrivata l’ufficializzazione anche dalla Giunta comunale, riunitasi ieri, in cui è stata deliberata l’adesione. Saranno 50 i richiedenti asilo che verranno accolti nella futura struttura gestita dal Comune, in collaborazione con i soggetti che verranno selezionati tramite bando, visto che la gestione vedrà più attori coinvolti.

Lo S.p.r.a.r., a differenza dei C.a.s. (Centri di assistenza straordinaria), gestiti da privati ed autorizzati solo dalla Prefettura, consente agli enti comunali di partecipare in maniera attiva alla gestione del centro, determinando le attività da svolgere, il piano di integrazione secondo il particolare contesto sociale di riferimento, e supervisionando le attività quotidiane, soprattutto da un punto di vista economico. Una gestione da svolgere insieme a un ente attuatore di comprovata e pluriennale esperienza, con cui verrà redatto il progetto in maniera congiunta, e che verrà individuato tramite bando pubblico. Spetterà, nel caso di Avellino, a quest’ente da determinare l’importo economico del progetto con cui chiedere il finanziamento al Ministero. Il 5% sarà a carico del Comune, così come prevede la normativa nazionale.

Ufficializzata l’adesione alla rete S.p.r.a.r., il prossimo passaggio sarà la pubblicazione del bando per l’individuazione dell’ente attuatore. Testo che, in realtà, sarebbe già pronto da mesi a piazza del Popolo e che gli uffici del settore «Politiche sociali» devono solo rendere pubblico.

I tempi sono tuttavia stretti. La prossima finestra fissata dal Ministero per presentare un progetto è quella del 31 marzo. Entro quella data si dovrà, oltre che individuare l’ente attuatore, redigere un progetto, individuare una struttura da adibire a centro di accoglienza e preparare tutta la documentazione da inviare al Ministero.

Tutto ciò per ottenere i finanziamenti il prossimo primo luglio, se il progetto dovesse essere approvato. Altrimenti il tutto slitterà alla successiva finestra disponibile, ovvero quella del 30 settembre 2018 per poi vedersi erogare i fondi a gennaio 2019. Un vero disastro, in quest’ultimo caso, perché, se già oggi il tempo perso è stato eccessivo, rischierebbe di diventare non più tollerabile in quanto arriveremmo a contare ben due anni di tempo persi, rispetto a un consiglio comunale che a febbraio 2017 ha approvato all’unanimità l’adesione alla rete.