Acs, Greco sbotta: “C’è un disegno preciso, quello di far fallire l’azienda”

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Marco Imbimbo – Nervi a fior di pelle, la pazienza è finita. Il consueto tono compassato di Giovanni Greco, amministratore pro tempore di Acs, cede il passo alla rabbia e delusione. Qualcosa non funziona al Comune di Avellino e le sorti dell’azienda restano appese a un filo. «Ho trovato un ambiente ostilissimo – denuncia ieri al termine dell’ennesimo incontro a Piazza del Popolo – Solo pochissimi funzionari mi stanno vicino e cercano di darmi una mano nel risolvere i problemi. A questo punto mi viene da pensare che ci sia un disegno il cui obiettivo è eliminare questa società».

Una denuncia chiara, senza alcun giro di parole, quella di Greco. Al centro ci sono tutti quegli atti, da lui preparati, e necessari a risollevare le sorti di Acs garantendole un futuro. Documenti frutto di mesi di intenso lavoro, tra debiti, crediti, ricapitalizzazione, mansioni da affidare ad Acs e altre da togliere, come la guardiania delle strutture comunali. Il tutto per far quadrare i conti. Ma questo lavoro si è arenato in Comune dove giace abbandonato da mesi, senza che gli venga dato seguito con atti ufficiali.

«Sto girando per l’ente nel tentativo di risolvere vari problemi amministrativi di pagamenti di fatture che aspettano, poi c’è sempre il problema della ricapitalizzazione che attiene alla riconciliazione di debiti e crediti – continua Greco – Se l’obiettivo nascosto è far fallire Acs, non hanno capito che l’Acs porta soldi al Comune. Quindi mi batterò fino alla morte per la dignità di chi ci lavora. Oggi è solo grazie al buon senso di qualche funzionario dell’ente se forse i dipendenti prenderanno gli stipendi e le tredicesime». Mentre quell’ambiente ostile a cui fa riferimento è «la parte dirigenziale del Comune, il sindaco è in croce peggio di me».

Il passaggio fondamentale per il futuro di Acs è quella famosa ricapitalizzazione che stenta ad essere approvata dalla Giunta, con conseguente riconciliazione tra debiti e crediti. «I problemi sono nel Comune e non in Acs, però vogliono scaricarli su di noi. Da inizio mese sto venendo ogni giorno per vedere il riconoscimento dei diritti di 39 persone che lavorano e far sì che vengano pagati gli stipendi. Adesso devo risolvere questo problema, poi dopo con calma faremo nome e cognome di chi lavora e chi no. L’ho già detto anche al sindaco, sono stanco».

E ci sono anche delle scadenze date alla parte dirigenziale dell’ente perché la ricapitalizzazione, dopo la Giunta, deve passare per il consiglio comunale entro fine anno. «I dirigenti, entro il 18 dicembre, devono darci delle risposte su alcune cose non chiare – spiega l’amministratore – Poi il giorno dopo ci vediamo e dobbiamo chiudere questa partita. Ma ripeto, il problema a questo punto è del Comune e non di Acs perché i nostri conti sono in perfetto ordine. È il comune che deve fare il proprio dovere».

Insomma, nonostante da parte dall’azienda siano stati predisposti tutti gli atti, la vicenda non giunge a una conclusione. La ricapitalizzazione dell’azienda, sulle scorte delle indicazioni di Greco, doveva arrivare due mesi fa in Giunta, ma l’atto predisposto dal Comune venne bocciato dai revisori dei conti per degli errori al suo interno, rispetto a ciò che aveva indicato l’amministratore pro tempore.

A questo punto il sospetto è che non si sia trattato di errori materiali, ma forse la vicenda rientra in quel disegno denunciato da Greco. «Questo non lo so, quello che so è che ho tutti contro – tuona – ma io mi batterò fino alla morte. In Acs ci sono 39 persone per bene che lavorano dignitosamente, fanno il proprio dovere in silenzio e aspettano fiduciosi. E’ raccapricciante tutto quello che sta succedendo».