Parcheggiatori, rientra la protesta: garanzie, ma solo per tre mesi

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Pochi giorni fa, alcuni ex parcheggiatori delle cooperative di tipo B che gestivano le aree chiuse, erano saliti sul tetto del Comune per protestare contro le tante promesse arrivate dall’amministrazione comunale e puntualmente disattese. Oggi c’è stato un nuovo faccia a faccia tra una delegazione dei parcheggiatori e il primo cittadino Paolo Foti. «Ci sentiamo più tranquilli», hanno dichiarato gli ex dipendenti delle cooperative al termine del confronto.

«Il sindaco ci ha garantito che verremo assunti tutti», proseguono. Si tratterà, però, di una soluzione tampone, la stessa annunciata a inizio settembre. Gli ex parcheggiatori verranno presi in carico dal Comando dei Vigili per svolgere funzioni di manutenzione delle aree chiuse. «Il sindaco – spiegano – ha ribadito che il Comandante ci prenderà in carico per un periodo di tre mesi». I tempi per questa nuova presa in carico saranno ristretti, almeno questo è quanto ha garantito il primo cittadino agli ex parcheggiatori. Sono oltre trenta gli ex dipendenti delle coop di tipo B da impiegare in questa nuova mansione, motivo per cui avranno impieghi di tipo part time in modo da garantire a tutti di poter lavorare almeno in questi tre mesi. Questa soluzione tampone serve per dare il tempo al Comune di preparare il nuovo bando per l’affidamento in gestione delle aree chiuse, inserendo una prescrizione di impiegare proprio gli ex dipendenti delle coop. Non si tratterà, però, di un obbligo vero e proprio, ma di un parametro che verrà inserito nel capitolato di gara e che porterà a un punteggio maggiore per quelle società che dichiareranno di assumere gli ex parcheggiatori. Nulla di certo, dunque, sul futuro dei parcheggiatori una volta scaduti i tre mesi, perché potrebbe anche capitare che nessuna società presenti un piano di re-impiego di queste persone, lasciandole di fatto senza lavoro non avendo alcun obbligo verso di loro. A conti fatti, dunque, la tregua che è stata siglata questa mattina durerà tre mesi, poi la bomba sociale potrebbe riesplodere in maniera ancora più forte.