Venezuela sospeso dal “Mercosur”, il Consolato Generale condanna il provvedimento

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Il Venezuela è stato sospeso dal Mercosur per il mancato rispetto della ‘clausola democratica’ del gruppo sudamericano. Lo hanno deciso i ministri degli esteri di Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay durante una riunione a San Paolo, applicando così la “clausola democratica” dell’organismo.

Il Brasile, che ha la presidenza di turno del gruppo, ha proposto infatti la sospensione “fino a che la democrazia non torni nel paese”, come affermato dal ministro degli esteri di Brasilia, Nunes Ferreira.

“Avere una dittatura nel continente sudamericano è un fatto intollerabile, in Venezuela l’ordine democratico si è rotto” – ha aggiunto Ferreira.

Alla fine dell’anno scorso Caracas era già stata sospesa dal Mercosur, ed il provvedimento approvato a San Paolo rappresenta quindi una nuova ferma condanna politica da parte del raggruppamento regionale, in particolare dopo l’insediamento a Caracas dell’Assemblea Costituente voluta dal presidente Nicolas Maduro.

Da qui il comunicato del Consolato Generale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, che respinge con forza la decisione, condannando gli Stati promotori.

“La Repubblica Bolivariana del Venezuela protesta e respinge con forza la dichiarazione rilasciata a San Paolo, Brasile, il 5 agosto 2017, firmata dai ministri degli Esteri di Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, con cui si intende applicare illegalmente contro il Venezuela il protocollo Ushuaia sull’impegno democratico nel Mercosur”.

“La Repubblica Bolivariana del Venezuela lancia un allarme a tutte le popolazioni del mondo riguardo il pesante atto d’ingerenza di coloro che alterano le vie legali per avallare interventi erratici che violano i più elementari principi del diritto internazionale. Si tratta di nefasti interessi anti-integrazionisti che hanno trasformato il Mercosur in un organo di persecuzione politica contro il Venezuela, tentando di sviluppare un percorso di illegalità e intolleranza politica simile a quello subito dalla Repubblica di Cuba negli anni ’60 del secolo scorso”.

“Venezuela ratifica con forza che l’attuazione del Protocollo di Ushuaia non è appropriato, in quanto si basa su presupposti falsi, su ipotesi illegittime che non corrispondono a fini legali compatibili con le disposizioni di tale legislazione. È la seconda volta in meno di un anno, che si cerca di sospendere arbitrariamente il Venezuela dall’organizzazione attraverso argomenti artefatti, ciò dimostra il palese tenore interventista, e lontano dalla legge, di questi ministri degli Esteri della nuova Triplice Alleanza, così come la vera intenzione politica che li motiva. Rimarranno nella storia i nomi dei presidenti e dei ministri degli Esteri che hanno preso questa decisione aberrante e illegale”.

“L’uso della dichiarazione dei quattro Ministri degli Esteri del 1 aprile 2017, indicata come preambolo di questo nuovo comunicato di oggi, non corrisponde a Ushuaia, né alle norme del diritto internazionale, né al sistema legale fondatore e derivato dal Mercosur; al contrario, costituisce un atto di corruzione contro l’integrità dell’organizzazione, un atto che utilizza una matrice mediatica per giustificare sanzioni ingiuste, prive di base giuridica e addirittura inesistenti all’interno del sistema dell’ordinamento costitutivo dell’organizzazione”.

“È di fondamentale importanza far sapere alla comunità internazionale, la falsità riguardo il presunto disinteresse del Venezuela a voler partecipare a un incontro per trovare soluzioni costruttive e adattate alla norma. La Repubblica Bolivariana del Venezuela ha confermato, pienamente, per mezzo di una lettera del Ministro degli Esteri del 27 luglio 2017, la sua disponibilità al dialogo sincero, proponendo la realizzazione di una riunione nella città di Caracas durante la prima settimana di agosto 2017, nel rispetto dei principi del diritto internazionale e del reciproco rispetto, nel debito riconoscimento del caso di arbitrato proposto dal Venezuela contro gli altri Stati e riconoscendo la piena condizione del Venezuela come membro dell’organizzazione; e non sotto le minacce di applicare il Protocollo di Ushuaia”.

“Se si aprisse un dibattito sui principi e la tutela della democrazia, sarebbero i governi che oggi condannano il Venezuela quelli che dovrebbero “giustificare” il motivo per cui non hanno ratificato il proprio impegno per l’eredità democratica regionale, attraverso i protocolli Ushuaia I e Ushuaia II; dei quali, per inciso, la Repubblica Bolivariana del Venezuela, come Stato membro del Mercosur, è l’unico che ha completato le procedure interne per attuarli dal punto di visita del diritto e renderli efficaci all’interno del proprio ordinamento giuridico costituzionale. L’unico governo contro il quale si dovrebbe applicare legalmente il Protocollo di Ushuaia è quello che oggi mal governa il Brasile, guidato da una tragicommedia di mafie economiche e parlamentari che non godono neanche della legittimità del voto, che invece possono ostentare il governo del presidente Nicolás Maduro e la nostra sovrana Assemblea Nazionale Costituente che si è recentemente insediata a Caracas con l’appoggio pieno di un popolo che desidera pace”.

“La Repubblica Bolivariana del Venezuela, fedele alla sua vocazione integrazionista che è eredità del Comandante Hugo Chávez, reitera il suo invito al discernimento, chiede il rispetto per l’autodeterminazione dei nostri popoli, rivendicando il rispetto delle norme del diritto internazionale ed esige la cessazione degli atti anti-giuridici di attacco a discapito dei diritti del Venezuela come stato membro del Mercosur e come popolo libero, sovrano e indipendente della Nostra America”.

“Niente e nessuno può sospenderci illegalmente dal Mercosur. Venezuela fa parte del Mercosur perché è radicata nei cuori dei popoli, nessuno potrà evitare che questi cuori continuino a battere per la speranza della liberazione e della giustizia di milioni di persone”.