Un anno dalla scomparsa di Giovanni Maraia: il ricordo di Ariano in Movimento

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Ad un anno dalla scomparsa, la figura politica di Giovanni Maraia continua a vivere nelle sue lotte e nella  consapevolezza  di coloro che ne sono stati partecipi. L’associazione Ariano in Movimento ringrazia tutte le persone che hanno riempito la sala conferenze del Museo Civico. L’evento di domenica pomeriggio in memoria del compianto professore si è contraddistinto per una notevole partecipazione di pubblico, oltre che per il valore degli interventi. Questi ultimi hanno messo in risalto come l’azione di Giovanni Maraia fosse orientata all’emancipazione economica, politica e sociale  dei settori sociali più deboli e vulnerabili.

Mario La Canfora, compagno di lotte del professore già ai tempi delle vertenze legate al diritto alla casa e agli alloggi popolari, ha tenuto a ricordare che, nell’ambito di un contesto politico locale dominato da strutture di potere e consenso di natura clientelare, che emarginava di fatto chi vi si opponeva apertamente, “Giovanni Maraia faceva paura”. Schierarsi dalla sua parte negli anni Ottanta significava scegliere la strada della contrapposizione frontale agli interessi rappresentati dai terminali degli allora “partiti di governo”. La Canfora ha poi sottolineato il ruolo propulsivo di Giovanni Maraia nelle lotte che, a partire dal 2004, hanno portato alla chiusura della discarica di Difesa Grande. Una battaglia condotta, tra l’indifferenza iniziale della “comunità”, insieme ai contadini della zona e senza alcun supporto da parte delle istituzioni, e dalla quale taluni hanno solo approfittato ai fini elettorali indebolendo il fonte di lotta.

La stessa determinazione riconosciuta dall’ex operaio Isochimica Carlo Sessa, il quale ha ricordate i giorni in cui, trentaquattro anni fa, conobbe il preparatissimo e agguerrito militante di Democrazia Proletaria che avrebbe dato luogo ad un’importantissima inchiesta giudiziaria sfidando il clima di indifferenza e ostilità da parte della “società civile”, delle istituzioni conniventi con l’impresa di Elio Graziano, dei partiti e dei sindacati. Connivenza pagata a caro prezzo dagli operai dell’Isochimica, nel corso degli anni decimati dall’amianto. Di rilevanza epocale il processo che vede attualmente coinvolte, tra i vari imputati, anche le Ferrovie dello Stato. Un processo che, ha affermato Luca Orsogna di Ariano in Movimento, ricordando le parole di Maraia in una delle ultime interviste sull’Isochimica, merita di uscire dalle aule di tribunale per coinvolgere le attenzioni degli avellinesi di Borgo Ferrovia, anch’essi danneggiati  dalla presenza dell’Isochimica.

Il giornalista Ansa Norberto Vitale ha evidenziato un tratto caratterizzante, sia sul piano teorico che pratico, di Giovanni Maraia: la realizzazione dei principi di legalità e solidaristici della Costituzione repubblicana del ’48, associata ad una formazione marxista. Inoltre, riferendosi alla vicenda isochimica, ha constatato come “Il detersivo prodotto da Graziano non smacchiava i vestiti ma smacchiava la cronaca benissimo” e, ricorda,  “Capii che la vicenda Isochimica era importante quando diedero fuoco ai trasmettitori a Montevergine”. La generazione di Giovanni Maraia, ha fatto notare Vitale, era polarizzata tra “quelli  che se ne fregavano” e  “quelli che si opponevano chiedendo spiegazioni”: lui faceva parte dei secondi.

 

Anche una sola persona può incidere sulla scelte di amministratori locali e nazionali. E’ quello che ha tenuto a dire Generoso Maraia, figlio del professore, tuttora impegnato con Ariano in movimento. Egli ha voluto rimarcare le doti personali di suo padre, studioso attentissimo e capace di rivelarsi competente anche in questioni di natura prettamente tecnica. Doti accresciute attraverso una tenacia non comune, forgiata dalle numerose difficoltà a partire dalla perdita del padre all’età di nove anni, ed associate all’interesse per la sorte dei più deboli. Generoso Maraia ha inoltre ricordato come, grazie ad un ricorso di suo padre contro il MIUR, 26.000 giovani docenti hanno potuto beneficiare di un contratto stabile e, prima ancora, su suo impulso, venne elaborata nel 1992 la prima normativa nazionale che aboliva l’utilizzo dell’amianto nella costruzione di strutture o edifici.

Giovanni Maraia ha sempre rigettato l’ottenimento di benefici per sé o per la propria famiglia  attraverso l’attività politica,  ulteriore elemento di distinzione in una terra afflitta da sofferenze economiche e sociali, e nella quale l’offerta di promesse in tempi elettorali caratterizza tuttora la macchina del consenso elettorale. Non è un caso che spesso, nel corso delle varie tornate elettorali succedutesi, i cittadini arianesi abbiano diretto il  loro voto altrove pur avendo beneficiato delle battaglie del professore.

 

Il dott. Franco Mazza, presente alla giornata in qualità di presidente del comitato “Salviamo la Valle del Sabato”, ha  rimarcato la sua stima per la figura di Maraia ed ha espresso viva soddisfazione per l’iniziativa, ribadendo inoltre la necessità unire le battaglie a difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini, in territorio spesso martoriato da  emergenze più o meno taciute. Un esempio di come le lotte delle comunità possano essere collegate scavalcando logiche localistiche.

 

Indicativa la scelta di istituire una borsa di studio, intitolata a Giovanni Maraia, destinata agli studenti delle superiori. Tale borsa prevederà la produzione di elaborati riguardanti tematiche legate alle battaglie del professore, come ha spiegato Federica Flammia del Cedir di Grottaminarda nel corso della giornata. La somma  messa a disposizione sarà di euro 1.500 e  sarà un incentivo alla prosecuzione degli studi.

 

Totale assenza, invece, di esponenti dell’amministrazione comunale, dalla quale ci sarebbe aspettato almeno un segnale di interesse per l’iniziativa in  omaggio ad una figura umana e politica che ha dato tanto a questo paese.