Pasquale Manganiello – Oggi ho deciso di provare a immaginare la vita sregolata di un candidato consigliere in uno dei 13 comuni irpini che andranno al voto il prossimo 11 Giugno, cercando di riassumere in poche righe i pensieri, le distrazioni, le fibrillazioni, le anomalie che caratterizzano una tipica giornata da campagna elettorale. La prima puntata di questa rubrica a tempo sarà dedicata al risveglio (di solito difficile) ed ai social network.
IL RISVEGLIO – Di solito è la parte più traumatica della giornata. La prima cosa che ti viene in mente è “chi me l’ha fatto fare”. La seconda: “vediamo di recuperare qualche voto”. Durante la colazione controlli chi e quando dovrai incontrare oggi e fai la conta di quanti caffè dovrai prendere e offrire. Sarà una lunga e faticosa giornata: temi che l’arte del convincimento non ti appartenga. Il dilemma è essenzialmente questo: dedicarsi anima e corpo a proporre idee per cambiare il paese nel quale si vive o andare subito alla ”conquista” dei voti? Il primo approccio, quello che cerca di ottenere tutto e subito, ha vita breve. Diciamo le cose come stanno: non si può improvvisare. Bisogna programmare tutto, qualunque cosa. Sai che la battaglia è sì contro l’altra o le altre compagini ma anche con i tuoi compagni in lista. Se prendono più voti di te, tu resti fuori. E ciò non è preso da nessun candidato con tantissimo entusiasmo. Anzi, credo che rimanere fuori quando si vince sia ancora peggio di perdere. O no?
Comunque nella maggior parte dei casi tutto ciò che sono false promesse, trucchi, aiutini e altre modalità “furbe” per ricevere in poco tempo visibilità e credito dalle persone, non hanno lunga vita, perché le persone si accorgono sempre di più quando hanno di fronte un candidato che non si distingue dal solito politicante di turno, che cerca di ottenere voti senza offrire un vero motivo cambiamento o vantaggio reciproco. Ecco questa è l’utopia, la realtà la racconteremo più avanti.
FACEBOOK – Quasi subito arriva il momento in cui devi cercare la cagata giusta da condividere su facebook. Citazioni di Obama, esperienze di politici che neanche conosci, frasi di poeti utopisti: va bene qualunque cosa, basta riempire la bacheca. “Vorrei ma non posto” in campagna elettorale, di questi tempi, non va bene. Quindi via alle dirette facebook in cui presenti il programma della tua lista di cui conosci nel dettaglio a stento la prima riga, via ai video dei grandi della terra che riassumono il tuo pensiero da statista, via ai comunicati stampa in cui non puoi non attaccare chi, in questo mese, ti starà inevitabilmente più sulle palle di quanto lo era in precedenza. Eppure facebook è un’arma a doppio taglio: le cose che scrivi rimangono lì, basta un autogoal da tastiera ed è un attimo a screenshottarlo. Poi se fottuto. Quindi “stai attento”, dici tra te e te prima di pranzare. Non hai mai molta fame. Sale la tensione, è iniziata: sarà una lunga campagna elettorale.
* nella prossima puntata “La Promessa” e “Le ronde notturne”