Bonito – “Rivivere il medioevo”: tutto pronto per il grande evento

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Bonito – “Rivivere il Medioevo” è l’appuntamento che si terrà a Bonito il prossimo 31 maggio e che regalerà, a quanti ne prenderanno parte, un inteso tuffo nel passato. L’evento è stato organizzato dalla Pro Loco, dal Forum dei Giovani , dall’Istituto Comprensivo “Cassito” e gode del patrocinio del Comune di Bonito e della Provincia di Avellino. La magia medioevale rivivrà, a partire dalle 17, con il corteo storico al quale parteciperanno gli sbandieratori di Altavilla. Alle 18, tutti in piazza per i giochi medievali. A seguire musica e cucina tipica. Nelle città italiane del XIII e XIV secolo veniva praticata un’ampia varietà di giochi di azzardo con i dadi o con altri strumenti e il piacere di giocare ispirava sempre nuove invenzioni; a tali giochi si aggiunsero, poi, quelli con le carte, altro grande divertimento ludico d’azzardo. Questi giochi appartenevano tutti alla categoria della pura fortuna, vale a dire alla categoria dei giochi proibiti nel periodo medioevale. Altri giochi, come gli scacchi, richiedevano invece una certa abilità; erano quindi permessi, purché si praticassero in luoghi aperti, cioè nelle piazze e nelle strade. Si giocava dappertutto: logge, portici, crocicchi e soprattutto le piazze con i mercati erano i punti nevralgici dell’attività ludica; le case private, le botteghe, gli spazi semichiusi erano invece luoghi proibiti per giocare. Infatti, sia le autorità civili che ecclesiastiche si scagliavano contro il gioco d’azzardo; motivo di questo le frequenti liti, le risse, le frodi e le imprecazioni contro Dio che spesso si sentivano nei luoghi dove si giocava. Oltre a questo si voleva evitare la rovina di persone che al gioco perdevano ogni avere! I bambini giocavano con ciottoli, fili d’erba, conchiglie che la loro immaginazione tramutava facilmente in biglie, servizietti di bambole, oppure con ciuffi di lino o di canapa con i quali costruivano bambole. Recuperavano doghe dalle botteghe per, fare cerchi e trasformavano in palloni i vasi di terracotta rubacchiati in cucina o le vesciche di porco che il padre regalava loro quando ammazzava i maiali: Gli artigiani realizzavano fischietti di terracotta a forma di uccello e uccelli animati in metallo. Fabbricavano trottole e bambole con argilla o legno. Un altro giocattolo era il mulinello ad alette scolpito in una grossa noce o più elaborati piccoli mulini a vento realizzati dagli stessi bambini. Le figurine, erano in legno, terracotta o piombo e non avevano la morbidezza delle pellicce: le preferenze erano per il “peluches” in carne e ossa. Ai bambini si regalavano volentieri animali da compagnia invece, alle bambine, scoiattoli addomesticati o uccelli in gabbia. I giovani figli dell’aristocrazia preferiscono possedere un falco, che presto imparano ad addomesticare, invece i figli di alcuni castellani giocano con scimmie. I giochi di abilità erano fatti con animellas, cioè noccioli di frutta e ruellas (dischi lanciati il più lontano possibile). Il giocattolo viene utilizzato per indirizzare chi li usa alla loro futura professione o mestiere. I bambini stessi sono sensibili a questo carattere educativo del gioco e dei giocattoli: quando sono sulla spiaggia i futuri cavalieri costruiscono castelli di sabbia, mentre i bambini che sanno d’essere destinati alla vita religiosa costruiscono piuttosto delle abbazie. A loro si regalano piccole lance, archi in miniatura, spade in legno e sempre il cavallo-bastone che si cavalca correndo. Classici regali per le bambine sono la canocchia in miniatura e un secchio per attingere l’acqua. Ai piccoli che vivevano nelle campagne venivano invece regalati trampoli, il carretto in legno miniaturizzato da trascinare nel cortile della fattoria e barche in miniatura scavate nel legno e munite di un foro a prua, per poterle tirare nei canali con l’aiuto di cordicelle. Giochi e giocattoli ricorrono in centinaia di manoscritti, affreschi e sculture: infatti la loro rappresentazione era assai apprezzata dai nobili che a partire dal XIV secolo non esitano ad abbellire i propri castelli con argenti e tappezzerie aventi per soggetto il gioco dei bambini.

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