VIDEO/ Nuovo Cda e trasparenza contabile, Foti rilancia il Teatro “Gesualdo”

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Il teatro e i suoi conti, in aula, alla presenza del consulente contabile Pino Terracciano, è il sindaco Paolo Foti ad aprire l’argomento del giorno, introducendo la relazione sul Massimo cittadino.

“Da circa sei mesi la gestione dell’ente è affidata al commissario straordinario Feola – spiega la fascia tricolore – affiancato da personale del comune di Avellino che, oltre a svolgere il lavoro ordinario, è chiamato a cercare di far sopravvivere il Gesualdo a fronte di una situazione disastrosa. Condizioni difficile senza alcuna collaborazione, inoltre chi ha guidato il teatro in passato ha ostacolato la ricostruzione della situazione contabile.

Sono stati ricostruiti i fatti gestionali dal 2013 al 2016, cercando di portare tutto alla normalità sia dal punto di vista contabile che strutturale, per consentire così l’avvio della stagione teatrale. Per quanto riguarda la gestione contabile ci si è avvalso di un professionista come Pino Terracciano, che ha dovuto lavorare con pochissimi elementi, riuscendo ad evidenziare le criticità e le illegittimità rispetto alla gestione. Il commissario, alla luce della relazione, ha già segnalato tutto agli Enti preposti. Per uscire da questa fase di straordinarietà è ora necessario ricondurre la gestione dell’istituzione su regole di trasparenze della contabilità pubblica.

Bisogna, dunque, potenziare le risorse umane impegnate nella questione, nominando un sub commissario e dotando il teatro di un organo di gestione all’altezza della sua importanza. La definizione di un nuovo Cda è di assoluta priorità, così come la creazione di un rapporto solido e chiaro con l’amministrazione comunale. Il rilancio deve essere l’obiettivo da raggiungere tramite un rapporto chiaro e trasparente nei confronti del comune. Il teatro rappresenta cultura, oggi la presenza di Terracciano farà capire la reale situazione dell’ente”.

“Se il teatro fosse stato privato sarebbe stato perfetto – ha spiegato il consulente, sollecitato dagli interrogativi del consiglio – Nella gestione di un’attività privatistica, c’è una persona che decide, ma in questo caso non era così perché c’erano delle regole precise da rispettare. Magari chi agiva lo faceva in buona fede ma lo faceva a fregio delle normative”.

“Sono stato incaricato di fare una revisione che in realtà non sono stato in grado di fare – ha ammesso Terracciano – Ho solo potuto ricostruire e sfido chiunque a fare più di quello che ho fatto”.