Falò, carcare e focaruni, in provincia di Avellino si rinnova l’appuntamento con la tradizione: tutte le date

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Una tradizione tipica del mese di dicembre, che è possibile riscontrare in varie parti d’Italia, è quella dei falò.

L’usanza era molto viva soprattutto in passato, quando in maniera particolare i ragazzi si occupavano di raccogliere i rami e la paglia che sarebbero stati bruciati, cercandoli in campagna. L’occasione era una sorta di festa collettiva, durante la quale di ballava e si cantava attorno al fuoco.

Al termine della festa le braci ancora ardenti venivano raccolte e distribuite alla diverse famiglie per riscaldare le case. L’uso del fuoco aveva quindi un fine pratico, ma dietro all’usanza dei falò si nascondono intenti legati al carattere purificatore delle fiamme. Una sorta di rito di purificazione quindi che aveva come obiettivo principale quello di far allontanare le forze del male in un periodo dell’anno in cui si procede alla semina dei campi e si spera nella buona riuscita del raccolto.

In questi giorni, in provincia di Avellino, la lunga stagione dell’accensione dei falò è cominciata già a Montemiletto, a San Nicola Baronia e a Castelfranci con la Notte re la Focalenzia.

Ma sono tante le iniziative che si terranno in Irpinia a dicembre e fino a giugno del prossimo anno.

LA TRADIZIONE DEL MAIO A BAIANO – Tra gli appuntamenti più suggestivi del Natale in Irpinia troviamo la festa del Maio di Baiano, in onore di S. Stefano, patrono del paese.

E’ difficile illustrare in poche righe questa manifestazione “non ricopiata da riti pagani, ma bella perché semplice e genuina opera di fede, esplosione di gioia, di allegria, di gioventù, di fede e… di botti! I baianesi si preparano per questa festa a partire dal 13 Dicembre, quando, in occasione della festività di S. Lucia, ha inizio il ciclo delle messe mattutine.

La notte di Natale costituisce il prologo della festa. Alle 5 del mattino di Natale, le campane richiamano in chiesa boscaioli, cacciatori e giovani volenterosi, i quali con la benedizione del parroco ed armati di asce, di fucili e di tracchi, partono alla volta del monte Arciano dove il 22 novembre è stato scelto l’albero da portare in trionfo. Qui tagliano l’albero più alto, più diritto e più bello che trovano, il “Maio”, simbolo della fede dei Baianesi per il loro Santo Protettore. Alle 11 il Maio imbocca il corso del paese. Il Maio è accompagnato da canti natalizi locali e da un continuo sparare, così intenso che il corso si copre di un mantello di fumo impenetrabile allo sguardo. Al di sopra degli appassionati fedeli e del caratteristico nuvolone di fumo si eleva il Maio, simbolo, tra le altre cose, di pace e di amore. Il momento piú entusiasmante ed emozionante è l’alzata del Maio, tirato su con forti corde dal tetto della Chiesa e fissato in una buca davanti al Tempio. La popolazione accorsa in massa intona “Oi Stefanì”, applaude, lacrima, prega e freme per la perfetta “alzata” dell’albero. E le note calorose intrise di fede giungono fino in cielo, insieme con le note di piombo sparato dagli improvvisati cacciatori. Eretto e fissato il Malo, il sacerdote celebra la Messa fuori dal Tempio, alla presenza dell’albero trionfatore. La festa non finisce qui. Subito dopo pranzo i giovani tutti si ritrovano in piazza, si dividono in squadre e percorrono le strade del paese per raccogliere fascine (‘e sarcinielle) e roba vecchia. Si fa a gara per elevare un bel mucchio di legna ai piedi del Maio. Questa è la parte più calda ed esplosiva della festa. Terminata la raccolta, si accende il falò, il “focarone”, che manda altissime fiamme fin sulla cima del Maio che troneggia maestoso ed austero in mezzo a tanta gioia.

Anche a gennaio si rinnova la tradizione secolare del falò in Irpinia.

Si parte il 14 gennaio con la benedizione ed accensione del falò “Focarone” in onore di San Felice patrono di Tavernola San Felice ad Aiello del Sabato.

LE CARCARE DI SANT’ANTUONO A SOLOFRA – Si continua nel giorno dedicato a Sant’Antonio Abate dove falò vengono accesi in tutti i quartieri di Solofra ma anche Quindici, Cervinara e a Vallata (li fauni).

LA NOTTE DEI FALO’ A NUSCO – A metà gennaio – nei giorni 13, 14 e 15 – i riflettori saranno puntati a Nusco per la nuova edizione della Notte dei falò, la kermesse che richiama ogni anni in Alta Irpinia, nel borgo nuscano, migliaia e migliaia di visitatori da ogni provincia della Campania.

Il 20 gennaio è il giorno del falò in onore di San Sebastiano e San Fabiano Martire ad Aiello del Sabato.

IL FOCARONE DI SAN SABINO – Come ogni anno, anche ad Atripalda si rinnova l’accensione dei fuocaroni in onore di San Sabino, Santo patrono di Atripalda.

I FALO’ DI SAN GIUSEPPE E SANT’ANTONIO DA PADOVA – La nostra carrellata si chiude con gli appuntamenti del 19 marzo e del 13 giugno quando, nel giorno di San Giuseppe, saranno accesi i focaroni a Trevico, Ariano, Lacedonia, Scampitella, Bagnoli Irpino e Castel Baronia; mentre a Caposele, a giugno, si festeggia S. Antonio con i falò notturni. In ogni piazzetta, di ciascun quartiere o contrada, attorno al rito antico del fuoco, si mangia e si beve e si balla e si conversa. Tutto in un’atmosfera di suggestioni intime.