Sesso: arriva l’«orgasmometro» per misurare il piacere femminile

0
306
sesso-italiani-letto

L’orgasmo femminile rappresenta da sempre un mistero. A volte gli uomini tentano di capirci qualcosa con la fatidica domanda «ti è piaciuto, cara?», ma finalmente la scienza è arrivata a mettere un punto fermo sulla questione. Gli esperti della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS) hanno infatti messo a punto il primo “orgasmometro femminile”, un test che permette di misurare in maniera rigorosa e scientifica il piacere provato dalle donne, facilitando così la diagnosi dei problemi che possono riscontrare sotto le lenzuola.

«L’orgasmometro femminile è molto semplice», spiega Emmanuele A. Jannini, presidente SIAMS e coordinatore del gruppo di ricerca che lo ha realizzato. «Si tratta di una scala da 1 a 10 che va da nessun tipo di piacere al massimo stato immaginabile. Sulla falsariga del test per la valutazione del dolore, consente alla donna di fermarsi a riflettere sul suo orgasmo e di indicarne l’intensità su una scala graduata: abbiamo convalidato lo strumento su oltre 500 donne, con e senza disturbi sessuali, e verificato che un punteggio inferiore a cinque si correla con un minor godimento e con una maggior probabilità di disagi sessuali. L’indicazione sulla scala è naturalmente una valutazione soggettiva da parte della donna, ma i nostri dati mostrano che c’è un legame evidente con eventuali problemi di natura sessuale».

Spesso le disavventure sotto le lenzuola, sia delle donne che degli uomini, richiederebbero il parere di un medico specializzato, ma in Italia sembra non esserci ancora un’attenzione adeguata, secondo quanto denuncia la SIAMS nel suo Libro Bianco, il primo mai realizzato sul tema. Secondo quanto riportato dagli esperti, i disturbi sessuali riguardano ben 8 milioni di italiani, ciò nonostante «sono ignorati dal Sistema Sanitario Nazionale, al punto da non essere presenti nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Chi ha qualche problema – sottolineano gli esperti SIAMS – si deve rivolgere spesso ad altri specialisti, come i chirurghi urologi, e rischia di non trovare nella propria Regione un centro di riferimento». Per aiutare le coppie, arriveranno presto dei “bollini di qualità” per individuare gli specialisti più idonei.salute.it