Duro colpo al clan Graziano: ventidue arresti e beni sequestrati

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Ore 13.00 – Ventidue ordinanze di arresto, delle quali cinque notificate in carcere: è stato così inferto un duro colpo al clan Graziano. L’operazione, portata a termine alle prime luci dell’alba, ha visto impegnati oltre 300 uomini dell’Arma dei Carabinieri, un elicottero e varie unità cinofile. Il Comune di Quindici è stato letteralmente blindato, per evitare che dei diciassette affiliati al clan qualcuno potesse farla franca. Nessuna resistenza, soltanto gesti di disapprovazione da parte delle donne del clan alla vista di qualche operatore dei media. Una indagine condotta sotto traccia, frutto di parziali operazioni che hanno portato a quella conclusiva denominata “Rewind”. I particolari dell’inchiesta sono stati illustrati durante la conferenza stampa, alla quale hanno partecipato la dottoressa Troncone, il comandante provinciale Gianmarco Sottili e gli uomini dell’Arma che hanno partecipato all’operazione. “Le donne hanno sempre avuto un ruolo da protagoniste all’interno del clan – ha spiegato il Colonnello Sottili – l’operazione è stata possibile grazie alla fattiva collaborazione dell’Arma, della Dia e degli organi inquirenti”. La dottoressa Troncone, titolare dell’inchiesta , ne ha fornito i dettagli: “Sono stati sequestrati beni per oltre 7 milioni di euro, tra i quali mezzi di una ditta di autotrasporti di Castel San Giorgio, mezzi per movimento terra, un vigneto, 3 immobili e svariati conti postali e bancari. Questo conferma i legami tra alcuni imprenditori e il clan. I Graziano sono attivi soprattutto nella Valle dell’Irno, nell’agro nocerino sarnese e nel vallo di Lauro. Questa operazione può porre un freno all’attività estorsiva che avveniva in loco, oppure con trattative ‘a quattro occhi’ presso l’abitazione delle donne”. Un ruolo di primo piano per le donne, che gestivano direttamente i traffici illeciti, vista l’assenza dei capoclan relegati dietro le sbarre. Sui ventidue arrestati, non ci sono insospettabili, la misura cautelare della detenzione in carcere è scattata per Felice Graziano (43 anni di Quindici già detenuto), Biagio Graziano (32 anni di Quindici), Assunta Santaniello (69 anni di Quindici), Anna Romano (34 anni di Quindici), Biagio Fusco (50 anni di Quindici già detenuto), Felice Graziano (44 anni di Lauro), Antonio Siniscalchi (37 anni di Bracigliano), Sabato Leone (31 anni di Bracigliano), Domenico Desiderio (59 anni di Lauro), Annibale Siniscalchi (50 anni di Bracigliano), Ferdinando Damato (51 anni di Bracigliano), Arturo Graziano (66 anni di Quindici), Gilda Rega (57 anni di Quindici), Fiore Graziano (35 anni di Quindici già detenuto), Salvatore Graziano (37 anni di Quindici già detenuto) , Massimo Graziano (36 anni di Sarno), Augusto Donnarumma (40 anni di Quindici), Patrizio Donnarumma (27 anni di Quindici), Antonio Donnarumma (41 anni di Quindici), Gaetano Torino (32 anni di Roccapiemonte), Luigi De Caro (51 anni di Bracigliano), Giovanni Moccia (37 anni di Bracigliano).
Di rilevante importanza, tuttora al vaglio delle indagini, sono i collegamenti emersi con la criminalità organizzata calabrese. Le attività intercettative ed i servizi di osservazione compiuti, hanno permesso di accertare una vera e propria “alleanza” fra i “Graziano” ed importanti esponenti della “ndrangheta” calabrese, motivata fondamentalmente nel comune interesse di trarre profitti dal traffico e la vendita al dettaglio di sostanze stupefacenti, destinate ad alimentare il consumo in larghe aree delle province campane. Nel corso dell’attività investigativa, che ha condotto ai 22 arresti, sono state accertate ben nove, fra estorsioni e tentate estorsioni, prevalentemente in danno di imprenditori operanti nel settore edile. In quasi tutte le circostanze le vittime venivano prima avvicinate da gregari che rivolgevano loro le richieste iniziali per poi essere convocate direttamente dai vertici dell’organizzazione che provvedevano in prima persona alla reiterazione delle richieste. In taluni casi alcuni imprenditori sono stati addirittura picchiati, riportando gravi lesioni, o minacciati di morte se non avessero accettato le condizioni imposte. Le imprese destinatarie di estorsioni venivano prevalentemente individuate fra quelle impegnate in grandi cantieri siti nel Vallo di Lauro ed in altri comuni dell’agro sarnese, a volte operanti anche per conto di amministrazioni pubbliche. Le somme richieste giungevano il più delle volte anche a cifre pari a 200.000,00 euro. Proprio le ingenti somme di denaro richieste e quindi l’impossibilità di poter sostenere tali perdite, portavano spesso gli imprenditori a tentare “mediazioni” per ottenere uno “sconto”, consapevoli di aver a che fare con soggetti criminali di elevato spessore e per questo molto pericolosi. Nei casi in cui non era sufficiente far rilevare la loro appartenenza a gruppi criminali organizzati, i malviventi non esitavano a fermare le vittime per strada, minacciandole con le armi, ingenerando il concreto timore di ripercussioni anche nei confronti dei loro stessi familiari.

Ore 9.28 – Sgominato il clan Graziano. Ventidue arresti sono stati eseguiti dai Carabinieri del Comando provinciale di Avellino nei confronti dei capi e di affiliati di primissimo piano del clan Graziano di Quindici. Le accuse nei loro confronti sono di associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata alle estorsioni e anche di aver condizionato il voto elettorale in occasione delle elezioni amministrative a Quindici del 2005. Nell’operazione sono stati impiegati trecento militi, unità cinofile e un elicottero. Le indagini hanno preso spunto da una serie di estorsioni ai danni di imprenditori della provincia di Avellino e di Salerno che l’anno scorso portarono all’arresto di Felice Graziano, detto “Felicione”, uno dei capi del clan e di altri cinque affiliati. Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate dal gip del tribunale di Avellino, Francesco Todisco, su richiesta del pm della Dda di Napoli, Maria Antonietta Troncone.

IN AGGIORNAMENTO

ore 9.50 – Dopo due anni di indagini i Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino hanno dato un duro colpo al Clan Graziano. L’operazione portata a termine questa notte è iniziata nei primi mesi del 2005 quando è cominciato il monitoraggio dei Carabinieri del Nucleo Investigativo delle attività illecite del Clan Graziano operante nel Vallo del Lauro e nelle province di Avellino e Salerno. Le indagini, svolte con i più moderni mezzi tecnologici, hanno permesso di verificare come gli interessi del Clan fossero estesi e di grande entità. Infatti già nel 2007 i Carabinieri erano riusciti ad acquisire elementi di colpevolezza nei confronti di affiliati e promotori del Clan, per singoli episodi delittuosi ma che delineavano con ancora maggior certezza i contorni dell’organizzazione criminale. In tale quadro il 1 febbraio 2007 era stato arrestato Felice Graziano detto “Felicione” per una estorsione commessa ai danni di alcuni imprenditori che il Boss si era fatto accompagnare a Quindici dentro la propria villa bunker per incutere loro maggior timore e nel maggio del 2007 l’arresto di altri cinque affiliati per lo stesso reato. A conclusione di queste attività è stato possibile delineare con completezza l’intera organizzazione criminale, fondata sul vincolo associativo e su rapporti familiari molto stretti. L’operazione odierna è tesa a contestare ai capi ed agli affiliati di maggiore rilievo, il reato associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata alle estorsioni, al porto e detenzione illegale di armi, truffa aggravata ai danni dello Stato, condizionamento del voto elettorale in occasione delle consultazioni per il rinnovo del consiglio comunale di Quindici nell’anno 2005. L’operazione scattata nella notte ed ancora in corso è finalizzata alla notifica di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP Francesco Todisco su richiesta del P.M. Maria Antonietta Troncone della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nei confronti di più di venti personaggi di primissimo piano del Clan Graziano. Attualmente sono impegnati nel Vallo del Lauro oltre 300 Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino, coadiuvati da unità cinofile di Napoli e Salerno e elicotteri dei Carabinieri di Pontecagnano, che hanno cinturato l’intera zona d’influenza del Clan e stanno eseguendo molteplici perquisizioni domiciliari e personale. Nell’ambito dell’operazione che i Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino hanno ancora in atto nei comuni del Vallo di Lauro e Quindici per decapitare il Clan Graziano, sono state anche arrestate tre donne del Clan, la moglie di Arturo Graziano, capo carismatico del Clan e la madre e la moglie di Felice Graziano. Dalle indagini dei Carabinieri è emerso che le donne contribuivano in modo determinante alla gestione degli affari illeciti del Clan, soprattutto nei momenti in cui gli uomini erano reclusi, ed è per questo che la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, coordinata dal dott. Franco Roberti, ha chiesto il loro arresto al GIP. Il ruolo delle donne nei Clan di Quindici è tristemente noto da tempo, come già evidenziato allorquando nel corso della ventennale faida che contrappone il Clan Graziano a quello dei Cava, nel mese di maggio del 2002 furono trucidate due donne (una terza rimase paralizzata) della famiglia Cava da parte di appartenenti alla famiglia Graziano. L’evento ebbe ampia eco su tutte le testate giornalistiche nazionali ed internazionali e fu subito indicato come “Strage delle donne” in quanto le donne erano le vittime dell’attentato ma ugualmente donne erano anche alcuni membri del gruppo di fuoco che le aveva uccise.

IN AGGIORNAMENTO

– ore 11.00 – Nell’ambito dell’operazione che i Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino stanno eseguendo nei Comuni del Vallo di Lauro e Quindici per smembrare il Clan Graziano, sono in atto sequestri di beni mobili ed immobili. In particolare in queste ore i militari stanno sequestrando decine di automezzi per il movimento terra e autotrasporto, quote societarie di una importante ditta di autotrasporti con sede in Castel San Giorgio e di una importante ditta di movimento terra di Quindici, un fabbricato di tre piani nel centro di 2500 mq, vigneti, conti correnti bancari e postali. I beni del valore stimato di 7 milioni di euro saranno affidati ad un curatore che li gestirà per conto dello Stato sottrendoli alla disponibilità del Clan.

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