25 anni di Smells like teen spirit: molto o troppo di quello che siamo

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Pasquale Manganiello“Stavo provando a scrivere la perfetta canzone pop. Fondamentalmente stavo provando a plagiare i Pixies. Devo ammetterlo. Quando ho sentito i Pixies per la prima volta mi sono sentito così unito a loro che avrei potuto fare parte di quel gruppo o perlomeno di una cover band. Abbiamo usato il loro senso dinamico, essere prima sommessi e tranquilli e poi fragorosi ed energici.”

Venticinque anni fa una canzone sporca e rabbiosa diventò il manifesto del grunge e di una intera generazione. Il primo estratto dal secondo album in studio Nevermind e pubblicato il 10 settembre 1991 fu così raccontato dallo stesso Kurt Cobain che presentò al gruppo  Smells Like Teen Spirit poche settimane prima dell’inizio delle registrazioni. I Nirvana, quel 10 settembre, fecero breccia nella storia della musica.

Kurt Cobain trasse ispirazione per il titolo durante una notte dedicata all’alcol e al vandalismo in compagnia della sua amica, nonché cantante principale della band riot grrrl Bikini Kill, Kathleen Hanna che tracciò sul muro della casa di Cobain con la vernice spray la scritta “Kurt smells like teen spirit” (“Kurt profuma di Teen Spirit”) con l’intento di ridicolizzarlo. La frase si riferiva a un deodorante per adolescenti molto in voga all’epoca, il “Teen Spirit”, che anche l’ex-ragazza, nonché membro della stessa band di Hanna, Tobi Vail utilizzava.

“Con le luci spente è meno pericoloso, siamo qui adesso, intratteneteci, mi sento stupido e contagioso”.

Nel ’91, di fatto, i Nirvana diventarono un punto di riferimento di tanti giovani incazzati, delusi e fermi nella propria quotidianità. Smells like teen spirit è assolutamente priva di tecnicismi, è semplicemente Cobain che illumina il mondo con una frustrazione dilagante, è dannatamente Cobain che invita a stroncare la noia pogando al confine tra luci e buio. Alla fine dell’assolo ed all’inizio della terza strofa, nel video diretto da Samuel Bayer, l’uomo più bello del mondo viene avanti verso la telecamera e ci guarda con un’aria che molti hanno giudicato di sfida ma che in realtà è nient’altro che un’esortazione: finora è stato uno schifo, ora voltiamo pagina. La distruzione degli strumenti è l’invito a ripartire, a lasciarsi trasportare come il bidello che comincia a ballare con la sua scopa o come gli studenti che hanno piene le palle di assistere ad una esibizione noiosa e che, senza sorridere,  entrano in scena scatenandosi.

Caricate le armi e portate i vostri amici, perché qui si fa la rivoluzione. Una rivoluzione che, nel corso degli anni, si è rivoltata contro se stessa, dissolvendosi nell’autodistruzione dello stesso Kurt.

Sono solo tre le canzoni di cui ricordo la prima volta in cui le ho ascoltate. Wish you were here l’ho ascoltata in macchina mentre tornavo da un allenamento. Don’t cry nell’auto del padre del mio vicino di casa di allora. Smells like teen spirit a scuola, arpeggiata con la chitarra acustica da un mio compagno di classe. Ricordo che, anche ascoltandola in una versione completamente diversa e totalmente avulsa dal tipo di contesto sonoro che la contraddistingue, io raggelai. Quando scaricai il pezzo da Napster, fui completamente rapito e, sembra una frase fatta ma non è così, molte cose nella mia vita cambiarono. Iniziai ad ascoltare nuova musica, cominciai a vestirmi diversamente, scoprii il rock, guardai indietro nel tempo, iniziai ad andare ai concerti, ebbi persino un modo diverso di approcciarmi alle ragazze, rivoltai la mia adolescenza come un calzino in pochi mesi.

Smells like teen spirit ha cambiato la vita a molti di noi e probabilmente continuerà a farlo. Quella generazione, la cosiddetta generazione X, fu totalmente travolta dall’ondata Nirvana. Se ne sente ancora l’eco: essere adolescenti o poco più che ventenni in quel ’91 ai margini di Seattle deve essere stata un’esperienza fuori dal comune. Il resto del mondo non potrà mai sapere.

Il respiro di quella salsedine musicale è ancora vivo, l’odore di teen spirit è sempre presente quando, da solo nella tua stanza, spegni le luci, alzi la musica ad alto volume e ti lasci andare fino a dimenticarti di te stesso. Poi la canzone finisce e tu, ancora una volta, sei inevitabilmente un altro. E Kurt, dovunque sia ora, lo sa.

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