Foti come De Blasio: “Mi sfiducino”. Finirà dimissionario

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Pasquale Manganiello – Tanto tuonò che piovve. Alla fine anche a Palazzo di Città si è riproposto lo stesso schema che ha accompagnato l’ultima fallimentare annata del Partito Democratico irpino. Poco più di un anno fa i primi spifferi di crisi con Luigi Famiglietti e Rosetta D’Amelio che definivano chiusa l’esperienza De Blasio in seno alla segreteria provinciale mentre l’ex segretario riempiva titoloni sui giornali con l’imperativo “sfiduciatemi”.

Sappiamo com’è andata a finire quella storia, con l’ultima mozione di sfiducia a Capriglia che palesò una spaccatura inconciliabile all’interno del Pd irpino ma anche l’incapacità del fronte degli oppositori di mandare a casa De Blasio con le proprie forze nonostante la santa alleanza con Festa, Ricciardi e Todisco.

Furono necessari gli interventi di Assunta Tartaglione e di Lorenzo Guerini con De Blasio che, post-dimissioni responsabili (l’abuso della parola responsabilità in politica ne ha completamente stravolto il significato, non credete?), si è dovuto “accontentare” di una carica nella segreteria regionale e chissà di cos’altro ancora in futuro.

Il Pd è passato in mano ad un direttorio formato dalle 3 cariche istituzionali del Pd provinciale (D’Amelio, Famiglietti, Paris) più l’ex senatore De Luca come membro di garanzia. Risultati? Malino.

Flop alle Amministrative, partito allo sbando nella gestione della situazione a Palazzo di Città e Congresso rinviato a data da destinarsi.

Ieri la presa di posizione di Paolo Foti che sfida la sua maggioranza: “Sfiduciatemi”.

Non si scappa: il voto di bilancio sarà la Caporetto di questa Amministrazione o l’ennesimo bluff? Foti, intanto, non si è presentato ieri in Consiglio Comunale per motivi di salute, seguito a ruota dai cosiddetti “responsabili” (responsabilità, appunto, cioè non fare ciò per il quale sei stato eletto).

Il Pd faticherà non poco a staccarsi da quelle poltrone come i giochi di potere all’interno del Partito saranno, come sempre, anteposti agli interessi della città.

O almeno è questo ciò che ci racconta il recente passato. “Mi sfiducino” – ha avvertito il sindaco. Finirà dimissionario.

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