Il rione di San Tommaso e i suoi cittadini si risvegliano con forti sentimenti di rabbia mista ad indignazione.
I fatti relativi al tentato stupro di ieri pomeriggio riecheggiano ancora tra chi vive e lavora a via Due Principati. Tutti a puntare il dito contro i migranti: ormai è questo il nocciolo della questione, la violenza fisica subita dalla donna è passata in secondo piano.
A tenere banco nel quartiere avellinese le proteste contro gli extracomunitari e contro chi (le Istituzioni) ha permesso l’insediamento di queste persone nella nostra quotidianità, come se poi davvero ne avessero favorito loro gli stanziamenti, dimenticando quello che è il regime europeo comune in materia di asilo.
Tornando agli onori della cronaca, Avellino purtroppo segue soltanto i casi di Cattolica e della provincia di Salerno, anche se questa volta la 22enne è stata in grado di arginare la violenza dell’aspirante stupratore.
Ed è proprio qui che il focus dovrebbe soffermarsi: la questione è quella di stabilire pene più dure e certe per i maggiorenni e la piena responsabilità penale dai 14 anni in poi, perché, tralasciando l’origine o il colore dello stupratore, qui si parla di aggressione e di violenza sessuale, non di immigrazione.
Avellino, o almeno la sua parte social, non la pensa così.
I commenti recitano esasperazione verso i richiedenti asilo e paura per le “proprie” donne.
“Mandateli a casa” è il minimo comune denominatore.
Di Giovanni l’unica voce fuori dal coro: “Che sia un delinquente da punire è fuori dubbio, ma il colore della pelle e la provenienza c’entrano poco. Ci sono persone peggiori in tutte le razze: bianche, gialle o nere, come tra di loro ci sono tanti bravi ragazzi in cerca di una vita migliore.”
di Renato Spiniello.
[list][item icon=”fa-check” ]LEGGI ANCHE: Tentato stupro ad Avellino, ecco il racconto della violenza subíta dalla ragazza[/item][/list]