Santaniello (Pd): “Commissariare subito un direttorio incoerente, non il partito”

0
236

Pasquale Manganiello – “Possiamo dire davvero a voce alta che la partita del Referendum sia il vero banco di prova dell’unità del Pd a livello nazionale e irpino”.

Roberta Santaniello, presidente del Pd di Avellino, commenta con noi gli eventi delle ultime settimane.

Santaniello, ad Avellino avete presentato l’avvio delle attività del Pd in vista del Referendum sulle Riforme costituzionali…

“L’ Italia ha davanti un momento storico per il cambiamento del Paese. La sfida del referendum è nuova ed emozionante ma soprattutto una occasione per superare le solite paure, il popolo italiano non può avere paura di cambiare. Noi siamo un popolo di persone che non ama il cambiamento ma questo cambiamento sarà il nuovo futuro per i giovani che avranno un sistema più snello, più veloce, meno attaccabile per la legislazione, che finalmente vedrà il numero dei deputati diminuire e la fine del bicameralismo. Tagliare le spese e velocizzare tutto. Ma rischiamo di fallire l’obiettivo se non ci uniamo come squadra di partito nazionale e locale. Senza mezze parole è ovvio che siamo sotto attacco. In particolare da parte di chi tende a diffondere la paura o che non ci sia più speranza. Non è così. Il grillismo e il populismo non vincono laddove ci sono squadre unite e compatte in obiettivi chiari. Io me lo auguro ma i segnali dei compagni e amici di partito dicono altro.”

A cosa si riferisce? Il presidente del Consiglio ha puntato tutto sul Referendum di ottobre. Dal suo punto di vista ha fatto bene a personalizzare questa consultazione politica?

“Mi riferisco al fatto che si appartiene ad un partito sempre, quando si perde non ci sono correnti che vincono nè correnti che perdono, si vince tutti o si perde tutti. Non si possono lanciare messaggi di divisione, nè di commissariamenti mentre si é artefici del pessimo risultato che il Pd ha riscontrato. Abbiamo un problema: questa classe dirigente pensa di poter essere autosufficiente  e di poter con la supponenza e l’ arroganza vincere le sfide. Ma non é più così. Le persone ci chiedono umiltà, ci chiedono di non essere più chiusi in stanze di vetro dove forse si vince con gli eserciti ma non con il popolo.
La personalizzazione della consultazione è naturale poiché queste riforme sono state volute da questo governo. Tuttavia credo che non debba nè può mai diventare un modo per attaccare Renzi. Chi andrà a votare lo faccia con coscienza e conoscenza delle questioni referendarie.”

Alle Amministrative del 5 giugno si è verificata una netta affermazione dell’Udc di De Mita. Il Pd come ne esce?

“Non ne esce bene. Nessuno che sia nel Pd ne esce bene. Come ho detto prima abbiamo perso tutti. L’Udc cresce in proporzione alla mancanza totale di linea del Pd, cresce in proporzione ad accordi fatti in sedi non deputate, alla discussione con pezzi del Pd che dovrebbero tutelare il partito.
In ogni caso avevamo candidati in molte liste che hanno condotto battaglie serie ma in questo clima di confusione non ci si può più stare. Mi fa sorridere chi parla di commissariamento del partito. Se il segretario non c’è, allora dovrebbero commissariare chi oggi lo sostituisce, dovrebbero sostituire il direttorio. Mi sembra che ci sia un pò di incoerenza. Trovo tante contraddizioni, talmente tante che a breve non ci daranno più spazi di manovra.”

A Napoli la Valente non è arrivata nemmeno al ballottaggio. Renzi ha annunciato un commissariamento. Secondo lei basta questo per riformare un partito che si è fermato solo al 20%?

“No, non basta questo. A Napoli, sottolineando tutto lo sforzo fatto da Valeria, avevamo bisogno di una proposta
diversa, magari perdente, ma che cominciasse a ricostruire il partito già a pezzi da anni. Non era infatti nuova la condizione in cui si trovava il partito. La verità è che andrebbe fatto un atto di umiltà e di ricostruzione sociale, con proposte che peschino nella società e nella cultura napoletana, che rilevino e riportino fuori i grandi ideali di sinistra che ci sono in quella città.”

Quali sono i tempi per il congresso straordinario di Avellino?

“Adesso. Il tempo è già passato ma dobbiamo concentrarci sul referendum e lo faremo, poi verificheremo le condizioni congressuali. Mi creda, la discussione congresso sì o no, commissario sì o no, appassiona poco i nostri elettori, appassiona molto chi passa il tempo a immaginare che la politica sia questo. Io dico ai giovani di questa provincia di immaginare che la politica sia qualcosa di più alto del padrone di turno. La politica è parola, capacità di trasmettere idee, forza e passione. E questo lo si fa se si è liberi davvero.”

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here