Stranieri presenti in Campania: la comunità più numerosa è quella marocchina

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Pasquale Manganiello – Secondo l’ultimo rapporto demografico dell’Istat gli stranieri residenti in Italia sono cittadini di un Paese europeo in oltre il 50% dei casi (oltre 2,6 milioni di individui), di cui poco più del 30% (1,5 milioni) di un Paese dell’Unione. La restante parte proviene dagli Stati dell’Europa centro orientale non appartenenti all’Ue (1,1 milioni).

Gli Stati africani sono rappresentati per un ulteriore 21%, prevalentemente da cittadini di Paesi dell’Africa settentrionale (13,3%) e occidentale (6,1%); più o meno la stessa quota sul totale (20%) spetta ai cittadini dei paesi asiatici (circa 1 milione di persone per entrambi i continenti). Il continente americano conta meno di 400 mila residenti in Italia (7,5%), quasi tutti cittadini di Paesi dell’America centro meridionale (7,2%). Vi sono poi collettività di più antico insediamento, come quella filippina, che presenta un rapporto tra i generi molto più equilibrato (le donne sono poco meno del 57%) e un’età media più giovane. La distribuzione sul territorio si polarizza soprattutto attorno ad alcune città metropolitane come Roma, Milano, Bologna e Firenze.

Un’altra comunità numericamente importante – e concentrata in alcune zone della Penisola – è quella cinese. Da alcuni poli principali come Milano, Firenze-Prato e Roma, si è nel tempo diffusa ampiamente anche altrove, specie nel Nord-est della dorsale adriatica e nell’area del napoletano. La comunità cinese presenta un rapporto tra i generi equilibrato, ed è solitamente strutturata in famiglie.

Come la filippina, anche la comunità marocchina è di antico insediamento in Italia ma, rispetto alla prima, mostra un’ampia diffusione sul territorio: al Nord (soprattutto al Nordest), nella costiera nord-adriatica, in Campania e nel Lazio. Gli uomini sono il 54%.

I cittadini rumeni, pur essendo presenti lungo tutta la Penisola sono per lo più concentrati nei grandi centri urbani del Centro e del Nord. In particolare un quarto dei rumeni risiede nel Lazio e, di questi, quasi l’80% nella provincia di Roma.

La graduatoria dei primi cinque Paesi di cittadinanza degli stranieri residenti in Italia resta immutata rispetto all’anno precedente; tuttavia, nel corso del 2015 le diverse collettività hanno subito variazioni di entità e a volte anche di segno differenti. Con riferimento ai contingenti più rappresentativi, i cittadini cinesi e ucraini sono cresciuti del 2,1% rispetto al 31 dicembre 2014, i cittadini bengalesi del 3% (raggiungendo le 118.790 unità), gli egiziani del 5,9% (109.871), i pakistani del 5,8% (101.784), gli indiani dell’1,8% (150.456), i cingalesi dell’1,7% (102.3016). Aumentano anche i cittadini di diversi paesi africani, principalmente nigeriani (+8,6%, 77.264) e senegalesi (+4,4%, 98.176); incrementi elevati si registrano anche per nazionalità africane meno rappresentate, quali quella libica (+7,2%), la somala (+2,3%) ma soprattutto per le collettività provenienti dal Gambia (poco più di 8 mila persone, più che raddoppiati nel 2015) e dal Mali (circa 10 mila, +70%). Risulta infine in crescita anche il numero di Afghani (+12%, meno di 9 mila).

Di contro, diminuiscono i residenti albanesi (-4,6%), marocchini (-2,6%), filippini (-1,4%), moldavi (-3,5%) e polacchi (-0,7%). Sulla riduzione di residenti di alcune nazionalità di più antico insediamento, oltre alle migrazioni verso l’estero influisce anche l’elevato numero di acquisizioni della cittadinanza italiana, non bilanciato da consistenti flussi migratori in ingresso.

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