FOTO/ Cartoline dal Vinitaly: l’Irpinia del vino che si racconta

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Padiglione B: stand A3-C4. E’ in quest’area che si concentra il mondo vitivinicolo irpino, al suo terzo Vinitaly da protagonista a Piazza Irpinia. “In Hirpus veritas” si legge a caratteri cubitali all’ingresso dello stand avellinese, dove la Camera di Commercio, con uno apposito spazio autonomo rispetto alla Regione Campania, ha presentato un Dream Team di 90 aziende e Consorzi, espositori delle tre D.o.g.c. Taurasi, Fiano di Avellino e Greco di Tufo. A balzare alla vista è proprio questa singolarità: un intero padiglione dedicato alla nostra terra con le selezioni non di una regione amministrativa bensì geografica.

Il più importante salone globale dedicato al mondo del vino, giunto alla sua 50esima edizione, colorerà il capoluogo scaligero fino a questa sera, ma il suo clou è stato raggiunto nella giornata di ieri. A Piazza Irpinia si è partiti dalla mattina con le degustazioni di vino e birra (contaminazione tutta da gustare): protagonista speciale una nuova birra realizzata dal Birrificio Irpino con mosto di uve Fiano dell’azienda Di Meo. A seguire il format de “L’Irpinia a tavola” con le aziende del food partecipanti, come la GB Agricola e il Caseificio Principato, ma non solo.

L’unione fa la forza verrebbe da pensare, grazie ad una partecipazione forte e qualificata organizzata dalla Camera di Commercio di Avellino, costellata dalla presenza del Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, del Presidente della Commissione Regionale Agricoltura, Maurizio Petracca, del deputato Angelo Paolo D’Agostino e dei numeri uno di CCIA e Coldiretti. Il pubblico qualificato ha affollato gli stands avellinesi con un responso positivo unanime sia in termini di promozione che di produzione del vino.

“L’Irpinia è diventata un gigante nel mondo del vino, al pari ormai di altri territori nazionali”: ha affermato il critico Vittorio Sgarbi, anche lui presente alla kermesse vinicola. Tra Aglianico, Fiano, etc. girovagando per i 90 espositori ci si imbatte in nomi altisonanti e non, come il Mastroberardino di Atripalda, il Caggiano di Taurasi, il Villa Raiano di San Michele di Serino, l’Antica Hirpinia di Taurasi, il Montesole di Montefusco, il Colli di Lapio, i Feudi di San Gregorio di Sorbo Serpico, il De Beaumont di Castelvetere, il Molettieri di Montemarano, il D’Antiche Terre di Manocalzati, il Macchie Santa Maria di Montemiletto, il Ciro Picariello di Summonte e tanti altri.

Insomma il resoconto momentaneo di questa due giorni è il grande riscontro avuto dal vino nostrano nei confronti delle piazze internazionali. Tantissimi gli apprezzamenti verso le cantine più importanti e famose, e la risposta massiccia del pubblico è stata – di sicuro – l’orgoglio maggiore.

 

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