Avellino -” Non siamo assolutamente disponibili ad accettare scelte calate dall’alto, che non siano il risultato di un ragionamento al quale intendiamo partecipare. Stiamo attraversando una fase di sconvolgimento e sarebbe un grosso errore per noi limitarci a ratificare scelte non condivise”. Il capogruppo consiliare dell’Udeur, Giuseppe De Lorenzo, interviene a pochi giorni dalla convocazione dell’assemblea cittadina, che dovrebbe segnare la svolta del centrosinistra verso un accordo di fine legislatura, finalizzato al rilancio della coalizione e dell’attività amministrativa, ma non vuole dare nulla per scontato, perché il quadro politico è confuso ed occorre procedere con cautela.
Dottor De Lorenzo, la formula del centrosinistra è finita?
Io credo che quelle del centrosinistra e del centrodestra siano esperienze terminate, perché si è creato un quadro nuovo con il quale ognuno deve fare i conti. Le costituzioni del Partito democratico, della Cosa rossa e del Partito delle libertà hanno inevitabilmente trasformato gli scenari politici nazionali, che si ripercuotono anche a livello regionale e provinciale e questo alimenta una riflessione molto seria alla quale nessuno deve sottrarsi.
In Regione gli assessori Udeur si sono dimessi. Ci sarà l’effetto domino?
In regione Campania il nostro partito potrebbe non entrare nel nuovo esecutivo perché il presidente Bassolino sembra orientato a nominare una giunta semi-tecnica escludendo l’Udeur e questo potrebbe causare l’effetto domino per il Comune e la Provincia. Ma non vi è nulla di deciso.
Non accetterete scelte calate dall’alto…
Il sindaco incontrerà i gruppi politici per chiudere l’accordo sulla giunta prima del consiglio comunale in programma per il giorno 11 gennaio, mentre tre giorni prima si riunirà il consiglio nazionale dell’Udeur nel corso del quale si deciderà l’atteggiamento da tenere con il centrosinistra e noi intendiamo partecipare alle scelte per poter giungere preparati in consiglio e non accetteremo scelte assunte dai vertici del partito sulle quali non ci sia stato il coinvolgimento e la condivisione. Sarebbe un errore dare tutto per scontato.
Il senatore Francesco Pionati ha chiesto per Avellino un governo di salute pubblica ed ha rivolto un appello all’Udeur ed ai democristiani del Pd affinché collaborino a rafforzare l’area moderata. Lei cosa risponde?
E’ auspicabile che si riesca a costruire un’amministrazione che possa rappresentare il tessuto sociale che per 40 anni ha guidato la città, pertanto il rafforzamento dell’idea democratica e popolare rappresenta una buona base per costruire il nostro futuro, ma dobbiamo evitare di tornare indietro. Abbiamo valori ideali comuni che sono vivi e forti e su questo si potrà discutere. Coerentemente intendiamo impegnarci nell’esclusivo interesse della città, nel rispetto del mandato conferitoci dagli elettori nel 2004.
Rifiuti e Piano strategico: cosa l’amministrazione potrà fare da oggi alla scadenza naturale del mandato?
Sui rifiuti occorre compiere il massimo sforzo per realizzare il ciclo integrato utilizzando un buon modello di raccolta differenziata, che non è quello approvato dal Comune. Non condivido l’idea di utilizzare gli spazi condominiali e ritengo che procedere alla raccolta per tre giorni a settimana sia insufficiente. Poi, occorrono le isole ecologiche, le aree di trasferenza e il termovalorizzatore.
Ad Avellino?
Se si riuscisse ad individuare un’area ad Avellino dove realizzare il termovalorizzatore io sarei favorevole, perché quegli impianti migliorano la qualità dei servizi e portano occupazione senza arrecare alcun danno all’ambiente. Sul Piano strategico io credo che quella grande occasione debba essere utilizzata al meglio per rilanciare il commercio e le attività culturali, immaginando l’apertura di un polo universitario vero. La città dorme, è triste, non ha superato ancora il dramma del terremoto, quindi una sede universitaria potrebbe rilanciarla. Ed il commercio, quello tradizionale, che ha fatto la fortuna degli avellinesi potrebbe creare nuova occupazione e vivacità nel centro storico. I lavori in corso Vittorio Emanuele sono positivi, perché restituiranno ai cittadini il salotto buono della città, ma l’opera avrà senso soltanto se accompagnata dall’apertura di negozi, ristoranti, pub e dall’organizzazione di un mercato fisso dedicato all’antiquariato. Solo così il corso tornerà ad essere il punto di ritrovo per tutta la città.
Continuano anche i lavori per il tunnel…
Quella è un’opera inutile, che sta soltanto bloccando la città. Ogni momento sorgono intoppi: sarebbe stato meglio utilizzare quei fondi per riqualificare piazza Libertà.