FOTO / Avellino Calcio – La crisi ha le orecchie di Castaldo

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Sembrava che il destro di rara bellezza, potenza e precisione indirizzato all’incrocio fosse bastato a sprigionare tutta la rabbia che Gigi Castaldo aveva in corpo.

E invece no, non è andata così perché il numero dieci dell’Avellino ha condito la sua prodezza con un’esultanza istintiva intrisa di polemica e nervosismo, quest’ultimo accumulato dal maledetto rigore sbagliato nella notte dell’esonero di Attilio Tesser.

Mani alle orecchie, D’Angelo tenta di dissuadere Castaldo che però non vuole saperne di ritornare sui propri passi. Uno contro tutti.

Il bomber biancoverde ha sfidato l’intero stadio prima di andare ad abbracciare Dario Marcolin e caricare i compagni di squadra, forti dell’inerzia del risultato appena generata dal loro leader. Digiuno di reti spezzato dopo 347 minuti: era stato proprio Castaldo ad andare a segno per ultimo ad Ascoli il 12 marzo.

E dagli spalti? I fischi, gli insulti e i cori pesanti hanno avuto la meglio sulla gioia per il momentaneo pareggio. Ad ogni successivo tocco di palla, Castaldo è stato beccato dalla folla rumoreggiante come un avversario qualunque, alla maniera di Antonio Zito durante il derby di gennaio.

Si è ammainata una bandiera? Sembrerebbe di sì, anche se a fine partita ci sarebbe stato un proficuo chiarimento tra il dies dei lupi e lo zoccolo duro del tifo biancoverde.

Andò così anche un anno fa, quando proprio contro il Pescara al Partenio-Lombardi il gesto del levarsi la maglietta da parte di Castaldo andato sotto la curva a muso duro, fu interpretato come un affronto da parte dei tifosi. Gli interrogativi sulla permanenza in Irpinia di Castaldo però si sprecano: seppur sanata, la frattura potrebbe condurre ai titoli di coda.

La sequenza dell’esultanza di Gigi Castaldo

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