Ex Irisbus, domani si torna a Roma: ultima chance per (ri)partire

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Industria Italiana Autobus e futuro dell’ex Irisbus di Flumeri, domani si torna a Roma per un nuovo tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico.

Sarà presente, oltre alle parti sociali e alle delegazioni degli operai degli stabilimenti di Flumeri e di BredaMenarinibus di Bologna, anche Claudio De Vincenti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

La conferma arriva da Bruno Papignani, numero uno della Fiom Cgil emiliana.

“L’incontro – scrive Papignani – dovrà definire tempi e modalità della ricapitalizzazione e un nuovo piano industriale per Valle Ufita”.

“Nel frattempo si cercherà di risolvere la drammatica situazione circa i crediti di Industria Italiana Autobus nei confronti delle amministrazioni pubbliche, che non pagano e determinano un pericoloso blocco delle attività a Bologna.

Infatti stanno sorgendo problemi con i fornitori e dunque problemi seri di liquidità. Se questo, con l’impegno del Governo, venisse risolto rapidamente, insieme al governo e alla Regione Emilia Romagna (che non può limitarsi a mandare figure tecniche e comportarsi come Ponzio Pilato) bisognerà affrontare i problemi di Bologna in termini di: piano industriale, riorganizzazione produttiva, sviluppo compresi gli evidenti problemi di direzione sotto il profilo industriale compreso l’abbattimento degli avvoltoi (spesso il pesce inizia a puzzare dalla testa) e anche temi delicatissimi, ma presenti e non sostenibili, di disequilibrio, che sommati agli altri, rischiano di seppellire rapidamente e per sempre l’ex BredaMenariniBus.

Tuttavia, questa discussione su Bologna, sarà una discussione che inizierà a ridosso della riunione di domani. Ovviamente fin da domani, chiederemo colloqui propedeutici al Sindaco Metropolitano Merola e al Presidente Bonaccini. Io sono fiducioso, bisogna esserlo per forza, anche quando tutto ogni giorno si complica. Bisogna pretendere una svolta a tutto campo, sapendo che Finmeccanica, anche se partecipa alla ricapitalizzazione, si considera definitamente fuori da un impegno diretto.

Bisogna farlo, perché ormai siamo al capolinea e non c’è benzina per un’altro giro, se non muta profondamente la situazione e non si recupera la credibilità persa, per la smania di fare di ogni occasione esibizione di orge di parole e promesse senza senso e fuori dal tempo”.

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