Della pericolosità del tratto autostradale che collega Salerno con Avellino ne avemmo a parlare già un anno fa circa, in occasione di una serie di incidenti stradali che si susseguirono a distanza di pochi giorni.
La tematica sulla sicurezza dei trenta chilometri che compongono il Raccordo RA2, nota ai più come la superstrada Salerno Avellino, ritorna prepotentemente alla ribalta, quasi con cadenza quasi giornaliera. Si parla, in vero, di un’importante arteria stradale che congiunge Avellino alla fascia costiera salernitana, già oggetto in passato di tragedie immani che hanno sconvolto le comunità della provincia di Avellino e non solo.
CHE FINE HA FATTO IL PROGETTO DI MESSA IN SICUREZZA? – Del progetto di raddoppio e messa in sicurezza del Raccordo Salerno Avellino si è cominciato a parlare oltre 10 anni fa.
Nella primavera del 2007 arrivò il disco verde da parte del Consiglio di amministrazione dell’Anas (società che gestisce il tratto autostradale) sul progetto di potenziamento del raccordo, progetto che prevedeva l’allargamento e l’ammodernamento del raccordo autostradale che collega le autostrade A/3 Salerno-Reggio Calabria, A/30 Caserta – Salerno e A/16 Napoli – Canosa, quindi per l’adeguamento della strada statale 7 “Appia” e 7 bis fino allo svincolo di Avellino Est dell’A/16. L’intervento (che rientra fra le infrastrutture strategiche legate alla realizzazione del corridoio europeo intermodale 1, così come individuate dalla delibera Cipe 121/01, legge obiettivo) per uno sviluppo complessivo di 35 chilometri, aveva un costo stimato intorno ai 900 milioni di euro.
Qualche anno dopo (2014) l’allora Giunta regionale della Campania approvò il testo dell’Accordo di Programma Quadro sui Sistema di Mobilità e l’Atto aggiuntivo con cui vennero individuati circa 120 milioni di euro (da finanziare con le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione 2007 – 2013) per il potenziamento del Raccordo Salerno Avellino relativamente al lotto Mercato S. Severino – Fratte (Salerno).
Più di recente, anche in occasione dell’inaugurazione della Variante di Grottaminarda, il tema del Raccordo Salerno Avellino è ritornato al centro del dibattito politico, con l’impegno dell’attuale Giunta regionale a dare seguito e concretezza alle promesse che negli anni hanno riempito le colonne dei giornali locali.
Ma la messa in sicurezza del raccordo resta tematica prioritaria. L’arteria, che è la più importante infrastruttura viaria della Valle dell’Irno, è ancora troppo pericolosa.
La priorità riguarda la messa in sicurezza del tracciato e del suo adeguamento alle necessità del traffico ma non solo. Ci sono da tutelare i lavoratori che viaggiano verso Salerno o Avellino, gli studenti universitari in movimento verso l’ateneo di Fisciano, gli autisti dei tir della stagione dei pomodori, gli autotrasportatori che vanno al porto di Salerno con bisarche e container, turisti estivi, e – soprattutto – i tantissimi cittadini della Valle dell’Irno che si servono del raccordo per le loro incombenze.
COME SI PRESENTA OGGI IL RACCORDO – Partendo da Salerno e proseguendo in direzione Nord verso il capoluogo irpino, l’autista in transito lungo il Raccordo incontra le prime buche e i primi cedimenti dell’asfalto subito dopo l’allacciamento per l’A/30, prima dell’uscita per l’Università di Fisciano. Buche al centro della carreggiata e un manto stradale ormai al collasso accompagnano l’autista fino a quasi tutti il territorio comunale di Fisciano.
Ma il meglio di sé il Raccordo lo propone subito prima e poi dopo l’uscita di Montoro Sud (ex Montoro Inferiore), tratto autostradale già noto alle cronache nazionali in occasione delle alluvioni del primo settembre del 2014. Sempre a Montoro, il tratto del Raccordo è caratterizzato da dislivelli che rendono poco stabili le quattro ruote sull’asfalto.
Una lingua di poche centinaia di metri di nuovo manto bituminoso poi accompagna le auto fino all’uscita di Montoro Nord prima di raggiungere Solofra e la Galleria del Monte Pergola, sulla cui sicurezza si potrebbero scrivere enciclopedie di ingegneria civile.
Superata la Galleria, specialmente in condizioni di pioggia, il tratto che corre subito dopo lo svincolo per Serino diventa il miglior test di guida sicura su fondo bagnato e aquaplaning, un esame che purtroppo non tutti gli autisti in passato hanno superato con successo.
Così anche sulla corsia opposta, quella che da Avellino va verso Salerno.
Prima dello svincolo di Serino ecco arrivare i primi salti, con fossi insidiosi sia all’asciutto che con il bagnato. Tra Montoro e Fisciano ecco un altro tratto ricco di pericoli.
Per fortuna, grazie a lavori di manutenzione che sono stati operati negli ultimi mesi, il tratto che corre da Fisciano a Fratte scorre via senza troppi intoppi.
Con buona pace delle sospensioni e braccetti delle nostre autovetture.