Speciale Via Crucis – Manocalzati, Filippo Accomando: “La mia fede e il senso di cittadinanza nel mio Gesù”

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Il 25 marzo, giorno del venerdì santo, a Manocalzati va in scena la V edizione della Via Crucis vivente, organizzata dalla Pro Loco insieme alla collaborazione delle tre principali confraternite del paese (quella dell’Immacolata, del Carmine e di S.Antonio), della compagnia teatrale Arte Manus, del Forum dei Giovani di Manocalzati, degli Scout e dell’Azione Cattolica.

Grazie alla regia di Mario Accomando, principale protagonista dell’associazione teatrale amatoriale Arte Manus, saranno rappresentate nelle vie principali del paese irpino, tutte le stazioni della Passione del nostro Redentore a partire dall’ultima cena con gli apostoli.

Saranno circa una cinquantina i figuranti a partecipare a questa manifestazione così importante che tanto coinvolge tutta la comunità manocalzatese. I ruoli principali ossia quello di Gesù e della Madonna sono interpretati da attori di professione: il giovane ventitreenne Filippo Accomando e l’esperta Daniela De Benedictis, entrambi manocalzatesi doc e massimi esponenti della compagnia teatrale Arte Manus.

E’ Filippo Accomando, il “Gesù” manocalzatese, a spiegare la sua partecipazione alla via Crucis e le sue emozioni nell’interpretare una parte così delicata e profonda.

“L’interpretazione di Gesù nasce da due motivi fondamentali. In primis un credo profondo nella religione cristiana ma anche un grande senso di cittadinanza. La Via Crucis a Manocalzati, per me che sono impegnato nell’associazionismo locale e vivo a 360 gradi la vita sociale del mio paese, è un momento di confronto tra le varie realtà presenti sul nostro territorio, un momento di riflessione e partecipazione profonda”.

Filippo che è uno dei protagonisti della Compagnia teatrale Arte Manus retta dal padre Mario, è bravo ad evidenziare come interpretare la parte di Gesù sia cosa ardua e molto complicata: “Rispetto alla commedia comico – brillante dell’Arte Manus, con la Via Crucis siamo di fronte ad un’atmosfera diversa, uno stile particolare con emozioni forti dall’inizio fino alla fine. Recitare la parte di Gesù mi fa venire i brividi e testimonia la mia forte fede. E’ bello rappresentare il mio paese, è una cosa che mi inorgoglisce molto, mi gratifica. Collaborare con tutti i miei concittadini mi fa davvero molto onore”.

Sulle scene recitate cosi il giovane manocalzatese: “Tutte le scene rappresentate hanno un quoziente di difficoltà particolarmente elevato. Quelle più difficili dal punto di vista emotivo sono sicuramente quelle della prima caduta e della crocifissione. Durante la prima caduta, è importante sottolineare il messaggio di semplicità che manda Gesù al mondo “Chiunque che è dalla mia parte, abbandoni tutto e mi segua”; mentre durante la crocifissione, le emozioni sono direttamente proporzionali all’importanza del momento: Gesù che muore in croce per scontare i peccati dell’umanità. Dal punto di vista propriamente tecnico, invece, la scena più difficile è l’alzata della croce. Sia io che i ladroni (Andrea Imparato e Antonio Dell’Aquila) siamo a venti metri d’altezza e anche questa è una parte molto delicata e difficile da preparare ma che viene svolta nel migliore dei modi grazie all’aiuto di tutte quelle persone che, pur non partecipando in prima persona, dietro le quinte e lontano dai riflettori fanno un lavoro preziosissimo. Mi vengono in mente tutti quelli che si adoperano alla costruzione delle croci oppure il duro lavoro di lunghi mesi  delle sarte manocalzatesi che curano ogni minimo dettaglio dei nostri abiti. Loro sono i principali punti di forza di questa manifestazione e il motivo del grande successo che la Via Crucis riscuote ogni anno”.

In questi cinque anni in cui Filippo è stato il protagonista della Passione di Cristo, sono stati tanti gli aneddoti più bizzarri e interessanti a cui il “Gesù” manocalzatese è particolarmente legato: “Ricordo i primi anni quando a stilare il copione della sceneggiatura fummo io,mio padre Mario ed alcuni membri della grande famiglia Scout. Sono stati momenti di ricerca belli e particolarmente interessanti. Nel corso degli anni, poi, il copione si è sempre più rinnovato grazie al lavoro di mio padre. Con piacere mi vengono in mente i momenti post via crucis, quando insieme a tutti i partecipanti delle varie associazioni manocalzatesi ci ritroviamo per festeggiare tutti insieme e commentare la sacra rappresentazione che ci ha visto protagonisti. La scena che porterò sempre nel mio cuore – conclude Filippo – è quella dopo la mia deposizione dalla croce quando i bambini dell’Azione Cattolica e degli Scout, a cui sono molto legato, iniziano a gridare: “E’ morto Baloo”. Baloo è il mio pseudonimo negli scout e vedere tutti questi bambini al mio fianco mi intenerisce molto”.

 

 

 

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