Migranti, l’appello di Sabrina Polcari (Pd) ai sindaci: “Fermiamo questo scempio”

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“Cari Sindaci d’Irpinia – scrive Sabrina Polcari,  Consigliere Comunale PD Altavilla Irpinia, sulla pagine facebook di OpenIrpinia  – in questi lunghi anni di impegno politico ho avuto l’onore di conoscervi quasi tutti.
Vi ho visti preoccupati a causa delle scelte scellerate dei Governi regionali e nazionali; vi ho visto alle prese con le vertenze che hanno colpito le nostre comunità; vi ho visto in prima fila per costruire e ricostruire il Partito Democratico e quell’idea di collettivo che ci ha reso una grande famiglia democratica.

Sono un consigliere di minoranza, la mia attività politico-amministrativa è, per certi versi, più facile.
Non conosco le difficoltà che incontrate quotidianamente nel governare i nostri piccoli comuni ma non posso accettare di far parte di una classe amministrativa che ha deciso di essere “burocrate” e priva di sentimento politico.
I nostri consigli comunali sono chiamati, ogni giorno, a deliberare su bilanci, regolamenti, siamo esecutori di leggi che vengono da lontano, siamo costretti a dire si ad ogni decisione presa oggi a Roma, domani a Napoli.

La politica non può essere questo. Dobbiamo essere promotori di quel cambiamento che enunciamo in ogni campagna elettorale, dobbiamo avere la capacità di essere i primi attori della Politica che educa i cittadini ai nuovi colori della società.  La paura è un sentimento condivisibile ma va affrontata con coraggio.

Al netto di quanto sta accadendo sul “problema” dei centri di accoglienza, la “deportazione” di quei ragazzi, che non sono figli di questa terra, ma sono figli del nuovo mondo e dell’Europa che vogliamo costruire, dobbiamo e possiamo dimostrare che l’Irpinia e i sui Sindaci sono un popolo che accoglie con dignità lo “straniero” e lo inserisce nelle comunità che governiamo come essere umano.

Non sono nessuno per dirvi cosa c’è da fare ma da irpina non posso non dire di essere delusa dal silenzio assordante di questi ultimi giorni. Dite qualcosa, raccontate alle Istituzioni le vostre legittime preoccupazioni, facciamoci aiutare dalle Istituzioni ad affrontare questo problema, dite qualcosa che dimostri di essere un popolo solidale e pronto a dare aiuto alle donne, ai bambini e agli uomini che arrivano dal mare lontano.
Non partono per trovare fortuna ma per poter vivere. Solo questo dovrebbe bastare per farci comprendere la disperazione di queste persone.

Vi prego, fermiamo questo scempio! Fatevi avanti, parlate prima con i vostri cittadini e fategli capire che non è solo un’emergenza ma è anche un’opportunità.
I nostri paesi sono vuoti, non c’è più nessuno, ripopoliamoli di nuovi colori.
Siamo stanchi di dover vedere gente che va via da questa Terra, per una volta vorrei che qualcuno si fermasse a vivere in questa provincia, per una volta vorrei essere una scelta e non la costrizione.

Giusi Nicolini è diventata il simbolo di questa grande emergenza, si è intestata il titolo di Sindaco d’Italia perché è stata capace di farsi ascoltare, ha acceso i riflettori, non su di lei, sul suo popolo.
I lampedusiani sono portatori sani di pace e di solidarietà. Seguiamo il loro esempio.
Mentre l’Europa intera gli riconosce il nobel per la pace, cosa pensate dovrebbero riconoscere all’Irpinia che vede andar via tutte queste persone nell’indifferenza, nel silenzio?

Tra qualche anno ci pentiremo di tutto questo, tra qualche anno ci renderemo conto che abbiamo spento l’ultima fiamma di speranza in questa malinconica provincia.

Perdonate la mia impertinenza ma io non mi rassegno alla vostra indifferenza e, se fossi stata Sindaco, non avrei perso tempo perché il nostro compito è quello di elaborare una soluzione per affrontare questo “problema”, per poi alzare la bandiera dell’orgoglio irpino, quello che ci accompagna dal lontano 1980.
Non mi dite che di quel periodo è rimasta solo la retorica del ricordo annuale!

Vi chiedo di farvi sentire, di sedervi ad un tavolo Istituzionale e di fermare questi maledetti autobus. E’ arrivato il momento di dare un significato alle nostre idee e alle nostre convinzioni.”

 

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