VIDEO/ Caso Arvonio, Preziosi punta l’indice: “Assunzione illegittima. Chiarezza sulle ordinanze emesse”

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L’opposizione consiliare al Comune di Avellino (fatta eccezione per la componente dell’UdC) si è ritrovata a Palazzo di Città per informare l’opinione pubblica su alcune incongruenze nella gestione della macchina amministrativa.

Presenti all’appuntamento Dino Preziosi, Domenico Palumbo e Giancarlo Giordano.

Tra le tematiche trattate (Assoservizi, pignoramenti ed Urbanistica), gli esponenti dell’opposizione – Preziosi su tutti – hanno posto l’accento sul caso Arvonio.

“Abbiamo più volte riferito in aula – ha spiegato Preziosi ai cronisti a margine della conferenza stampa – che il procedimento utilizzato dal Comune di Avellino per l’affidamento dell’incarico al comandante della Municipale Michele Arvonio era sbagliato. Hanno, in sostanza, aggirato la legge. Prima della pronuncia della Corte Costituzionale, il Comune firmò una convenzione con lo stesso Arvonio. Noi, come opposizione, la contestammo e, quindi, fu redatta direttamente con il Comune di Tufino. C’è da sottolineare che Arvonio, a Tufino, non è un colonnello né un dirigente, è un D2, quindi tutti gli atti firmati come dirigente dallo stesso non possono essere ritenuti validi per incompetenza normativa”.

“In ogni caso – avvisa Preziosi – occorre aprire gli occhi rispetto alle ordinanze che eventualmente il comandante ha emesso poiché vi sarebbe un vizio di incompatibilità parziale”.

Ancora, Preziosi punta l’indice sul concorso per Comandante della Polizia Municipale: “Non si poteva fare – dice – Lo vieta la Stabilità che impone che si doveva prima assorbire il personale della Polizia Provinciale. Ogni assunzione, quindi, era da ritenersi nulla. Abbiamo chiesto al Comune di Avellino di annullare il concorso in autotutela ma Foti ha approfittato di un vulnus normativo per rinviare il concorso. La legge di Stabilità di quest’anno non ha fatto altro che confermare quanto detto dalla precedente e per questo hanno rinviato il procedimento ma non annullato. Un braccio di ferro tra chi rispetta la legge e chi la ignora”.

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