Strage bus A16, le parti civili: “C’è stato il dolo”

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Croci bianche all'esterno del Tribunale

Riprende il processo ad Avellino per la strage del bus sull’A16 che nel luglio del 2013 precipitò dal viadotto Acqualonga di Monteforte Irpino mietendo 40 vittime.

Davanti al Gip del tribunale di Avellino Fiore hanno preso la parola i legali di parte civile, in rappresentanza dei familiari delle vittime dell’incidente.

“Oggi si è ripercorsa a grandi linee la ricostruzione dei fatti che aveva già fatto la Procura e quindi abbiamo chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati”, ha riferito l’avvocato Davide Tirozzi, legale dell’associazione “A16 Vittime della strada”.

“I tempi annunciati sono rispettati – prosegue Tirozzi – e il giudice e la Procura stanno lavorando molto bene. Credo che l’esito sarà scontato e la sensazione è di piena fiducia nel portare avanti le ragioni delle vittime e della Procura. Non penso ci siano assolutamente dubbi in merito – continua il legale – che gli indagati debbano essere rinviati a giudizio».

I difensori dei responsabili civili, come era da attendersi, hanno invece chiesto invece il non luogo a procedere.

Riprenderà il 22 febbraio prossimo con gli interventi degli avvocati difensori l’udienza preliminare per i 15 imputati accusati a vario titolo di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, abuso d’ufficio, falso e altri reati omissivi nell’ambito dell’inchiesta curata dalla Procura di Avellino.

 

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