De Luca, De Mita, i cinquestelle e la crisi dell’editoria: intervista a Marco Travaglio

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Dopo i successi di “Promemoria”, “Anestesia Totale” e “È Stato la Mafia”, sabato 19 alle ore 21 ed in replica domenica 20 alle ore 18.30, Marco Travaglio, direttore de “Il Fatto Quotidiano”, scrittore e volto noto della tv, sarà al Teatro “Carlo Gesualdo” con il suo nuovo ultimo recital. Uno spettacolo attraverso il quale analizza e racconta lo strano rapporto che lega il potere all’informazione italiana offerta attraverso la stampa e le televisioni.

In “Slurp – Lecchini, Cortigiani & Penne alla Bava: la stampa al servizio dei potenti che ci hanno rovinato” Travaglio racconta come i giornalisti, gli intellettuali e gli opinionisti servili hanno beatificato, magnificato e “smarchettato” la peggior classe dirigente del mondo, issando sul piedistallo politici incapaci di ogni colore, manager voraci e imprenditori falliti che hanno quasi distrutto l’Italia.

Il direttore de “Il Fatto Quotidiano” ha rilasciato ad Irpinianews una lunga intervista in cui ha parlato, tra le altre cose, dell’adorazione per il potere da parte di molti giornalisti, della crisi dell’editoria, dei cinquestelle, del Governatore Vincenzo De Luca e del suo accordo con Ciriaco De Mita alle scorse regionali.

Direttore, che spettacolo ci attende in questo weekend al Teatro Gesualdo di Avellino?

Un sacco di risate ma risate che sicuramente faranno riflettere. Penserete che queste cose le avrete lette o sentite in tv ma sul momento non vi hanno fatto ridere e che ora vengono viste in un contesto diverso. Un trionfo che viene associato invariabilmente a tutti i Governi che si sono succeduti negli ultimi vent’anni e la cosa impressionante è che uno dopo l’altro sono stati elogiati come i migliori possibili dalla stessa gente che poi ha incensato il successivo. Non conta se siano di destra o di sinistra, tendono a farseli piacere tutti e di qualunque tipo.

Se questo fosse vero, naturalmente, non sarebbe possibile ritrovarci ora in queste condizioni. Le risate verranno soprattutto dalle leccate di culo propinate nel tempo con Napolitano che era infallibile, Berlusconi bello, D’Alema sexy, Monti salvatore dell’Italia o la Fornero esperta di previdenza sociale. E Renzi e la Boschi faranno la stessa fine: si parlerà di loro come una coppia comica. Ora che stanno facendo danni vengono incensati, quando tra qualche anno non conteranno più si riderà di loro”.

Trattando il tema dell’informazione, a livello locale le testate cartacee nella nostra provincia sono praticamente scomparse. Ha ragione Casaleggio quando dice che a breve i giornali cartacei scompariranno?

“Casaleggio me lo diceva già 7 anni fa, i cinquestelle non c’erano ancora e mai pensavano di andare in Parlamento. Il Fatto Quotidiano, però, chiuderà il sesto bilancio in attivo su sei ed è un caso unico. Certo, c’è la crisi dei giornali e tutti noi ne abbiamo risentito, ad oggi risulta un gesto raro andare a comprare un oggetto di carta in edicola un po’ per la crisi economica, un po’ per colpa della nostra categoria che si è arresa a questa cosa che la carta ormai è morta. I nostri risultati sono anche uno sprono ai giornalisti liberi e ai giornali liberi, far capire alla gente che non siamo tutti dei leccaculo. L’idea che i giornali saranno sostituiti da qualche sito è un pensiero assurdo, può anche darsi che succeda ma sarà un danno. Il web, che è utilissimo, non potrà mai darti la possibilità di approfondire che è la prerogativa principe dei giornali cartacei”.

Tra i risvolti giudiziari ed il suo decisionismo, cosa pensa dell’esperienza da governatore della Campania di Vincenzo De Luca?

“De Luca ha appena cominciato e mi sembra che si stia occupando più delle sue faccende che di quelle dei campani. Non vivo in Campania quindi non voglio azzardare giudizi. E’ stato certamente demenziale consentirgli di candidarsi già sapendo che non avrebbe potuto esercitare l’incarico ed infatti resta appeso su equilibrismi giuridici, il che è molto avvilente.

Le persone di Salerno potranno venire a vedere il mio spettacolo ad Avellino visto che Salerno è l’unico capoluogo dove non sono mai potuto andare, una città ‘detravaglizzata’, diciamo. De Luca utilizza le Istituzioni come fossero il cortile di casa sua. E’ molto leccato, insulta i suoi critici e, addirittura, si autoincensa: un bell’esemplare di piaggeria.”

La componente dell’Udc resiste, se non altro in Campania dove ha contribuito all’elezione di De Luca. Nelle scorse settimane è proseguito il botta e risposta a distanza tra De Mita senior e Caldoro dopo il famoso patto di Marano che portò all’alleanza, appunto, De Mita-De Luca alle Regionali. Lei che idea si è fatto di tutta la vicenda?

“De Luca è tra i politici più vecchi d’Europa per età politica e si è schierato con Renzi. Poi si è alleato con un dinosauro come De Mita e questo la dice lunga sulla presunta rottamazione renziana. Funziona così: se stai con me ti riciclo, se stai contro di me ti caccio. Non me la prendo assolutamente con De Mita: finchè ha i voti ha tutto il diritto di gestirli e di spostarli come meglio crede.

Ad esempio è triste come a Napoli il Pd si stia inventando dei trucchetti per non far candidare Bassolino solo perché non ha nuove leve che possano competere. Bassolino ha risolto i suoi processi ed ha tutto il diritto di candidarsi e farsi eleggere dai napoletani. Se in Campania il nuovo che avanza è rappresentato dalla Picierno possiamo ben comprendere a che punto sono i rottamatori Pd in questa regione e che un politico come Del Basso De Caro, che già difendeva Craxi, potrà ancora essere un riferimento per molto tempo”.

Di Avellino città, è uno dei componenti del direttorio dei cinquestelle. È Carlo Sibilia. Eppure, nonostante i dati che danno in ascesa il Movimento di Grillo, a livello locale si arranca ancora. Qual è la sua opinione?

Non conosco personalmente Sibilia e non posso giudicarlo. E’ chiaro che i cinquestelle arrancano lì dove il voto è ancora controllato, lì dove c’è clientela, lì dove un elettore va dove qualcuno ti può offrire qualcosa in cambio. Nel voto di scambio i cinquestelle non hanno nulla da scambiare e sono perdenti in partenza. E’ la principale responsabilità dei Governi di questi anni che hanno ridotto certe fasce di elettori a vendere il proprio voto per campare o iscriversi e asservirsi ad un partito o ad un capobastone. I politici costringono larghe fasce di popolazione a genuflettersi. Il Movimento Cinquestelle è comunque il primo partito per la fascia d’età al di sotto dei 50 anni.”

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