Scorta a Gigi D’Alessio con auto di servizio e sesso con prostitute in commissariato: arrestati tre poliziotti. 

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CASERTA – Scorte a Gigi D’Alessio con auto di servizio e sesso in commissariato con delle prostitute. Queste alcune delle accuse fatte dalla Polizia di Stato di Caserta a tre colleghi, arrestati con altre 13 persone, in un’inchiesta dove vengono contestati anche i reati di associazione per delinquere, spaccio di droga, usura, truffa, corruzione, concussione e abuso di ufficio.

L’ordinanza di arresto è stata emessa dal Gip del Tribunale di Napoli Carlo Modestino. Indagati in un’inchiesta della Dia di Napoli insieme ad altre 13 persone, uno di loro è anche accusato di aver coperto lo spaccio di droga a Marcianise. Un altro, secondo gli inquirenti, faceva invece parte di una delle presunte organizzazioni criminali coinvolte, capeggiata da un pregiudicato del clan camorristico Belforte.

I tre poliziotti coinvolti sono Alessandro Albano, sovrintendente di 48 anni, e gli assistenti Domenico Petrillo, di 41 anni, e Nunziante Camarca, di 37 anni. Sono accusati di peculato per aver scortato il cantante napoletano alla presentazione di un cd, a una sala bingo e in discoteca, utilizzando delle auto di servizio.

Inoltre, secondo le indagini della squadra mobile di Caserta coordinate dalla direzione distrettuale Antimafia di Napoli, i tre hanno avuto prestazioni sessuali con prostitute sia all’interno del commissariato di Marcianese (Caserta), sia all’interno di auto di pattuglia.

La Dia ha ricostruito la due presunte organizzazioni criminali attive nel Casertano che venivano gestite da Donato Bucciero, presunto affiliato al clan camorristico Belforte, e da Giuseppe Liberato. Come base logistica dello spaccio veniva utilizzato un negozio sportivo di Marcianise.

L’agente Camarca, secondo gli inquirenti era parte integrante dell’organizzazione: si occupava di consegnare le dosi di cocaina ai clienti. Il poliziotto è anche accusato di riciclaggio per aver ricevuto da Bucciero due assegni da 2700 euro l’uno, provenienti da presunte attività usuraie.

Il sovraintendente Albano è accusato di non aver indagato sulle attività criminali dei due gruppi in cambio di denaro. Dovranno quindi difendersi dalle accuse di corruzione, abbandono del posto di lavoro, falso ideologico, truffa e rivelazioni di notizie coperte da segreto d’ufficio.

 

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