Acqua, l’Irpinia presenta le proprie proposte di riforma alla Regione

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Acqua Campania Gori
Acqua Campania Gori

L’Alto Calore Servizi conserverà la gestione del Servizio Idrico anche dopo l’approvazione della riforma del ciclo delle acque che approderà a stretto giro in consiglio regionale.

Nella giornata di ieri in Regione la Commissione ambiente ha accolto in audizione i commissari straordinari degli Ato provinciali in Campania, con i responsabili di alcuni dei soggetti gestori tra cui proprio l’Ente di corso Europa ad Avellino.

L’Ato Calore Irpino, guidata dal commissario Giovanni Colucci in merito al disegno di legge della Giunta regionale e le e proposte di legge di vari gruppi consiliari ha presentato delle osservazioni e delle proposte per il riordino del sistema idrico integrato.

L’Ente d’ambito irpino sottolineando in apertura come l’aggiornamento del Piano d’Ambito nel dicembre 2012 ancora in attesa dell’approvazione finale della Regione rappresenti un tassello irrinunciabile del territorio nel progetto di riforma regionale del settore, sottolinea come le province di Avellino e Benevento escano dall’ennesima stagione di crisi idrica.

“Le proteste al limite della rivolta di popolazioni sofferenti per mancanza d’acqua costituiscono – osserva l’Ato – il motivo fondamentale perché le istanze dei sindaci di essere realmente partecipi nella gestione del Servizio Idrico Integrato non subiscano ulteriori tradimenti. Ed in particolare l’Ente d’ambito rispetto ai disegni di legge depositati in consiglio inoltra delle richieste integrative che vertono su due aspetti fondamentali. Il primo garantire alle comunità locali e cioè ai comuni della regione, di potere esprimere la propria volontà e capacità di indirizzo nei vari processi decisionali che si prefigurano nel nuovo sistema organizzativo della legge, salvaguardando così un’ adeguata e reale rappresentanza del territorio, anche per fugare poi possibili impugnative giurisdizionali per sottrazione del diritto di organizzazione del SII, che pur coordinato secondo il nuovo disposto del Decreto Ambientale deve restare sempre prerogativa degli Enti Locali. Andranno quindi salvaguardate le presenze dei territori attraverso i capoluoghi di provincia e dei principali riferimenti comunali in termini ambientali e di risorsa idrica”.

In sostanza, sia che passi l’impianto caro a Palazzo Santa Lucia – costituire un ente idrico campano con 5 distretti autonomi – che l’idea di conservare i 5 Ato, proposta invece dal Pd, l’Acs dovrebbe avere tutte le carte in regola per restare in sella. Come ha ribadito nel suo intervento il presidente, Lello De Stefano: “L’Alto Calore si presenta innanzitutto una condizione di attivo di bilancio. Siamo gli unici in Campania ad avere sia le concessioni, per più di 2000 litri al secondo, sia le adduzioni che la distribuzione e, in molti Comuni, persino la depurazione”.

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