Emergenza pozzi a Solofra, passi in avanti con il rilascio dell’AUA

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pozzi depurazione solofra
pozzi depurazione solofra

“Con il rilascio dell’Autorizzazione Unica ambientale (AUA) da parte dell’Ente Provincia si prende atto della possibilità da parte della Conceria Derma di Solofra di emungere l’acqua dal proprio pozzo aziendale trattarla con idoneo impianto a carboni attivi e immetterla nel ciclo produttivo”. A riferirlo è Gerardo De Stefano, consigliere comunale di Solofra.

In seguito alla notizia della potenziale contaminazione da tetracloroetilene del pozzo aziendale nel mese di marzo 2014, l’azienda sospese l’emungimento in ottemperanza all’ordinanza sindacale emanata dal Comune e, contemporaneamente, attivò la procedura ambientale per la messa in sicurezza di emergenza prevista per legge attraverso l’istallazione di idoneo impianto a carboni attivi in testa al pozzo (ai sensi dell’art. 243 del Decreto legislativo 152/06 così come modificato dal decreto del fare).

La Provincia di Avellino con proprie note ribadì la sospensione dell’emungimento dal pozzo aziendale mentre il sindaco di Solofra revocò l’ordinanza di chiusura del pozzo; avverso la sospensione della provincia di Avellino la conceria propose ricorso al Tar di Salerno che con sentenza n°662/2015 annullò le note della provincia relative alla sospensione del prelievo dal pozzo e ribadì la legittimità della ripresa dell’emungimento previo trattamento dal proprio pozzo aziendale.

In seguito alla sentenza del Tar, la Conceria nell’ambito del procedimento di rilascio dell’Autorizzazione Unica Ambientale, chiese alla provincia di Avellino che venisse recepito quanto stabilito dalla sentenza del Tar di Salerno.

La conferenza di servizi conclusiva del primo luglio scorso sancì il rilascio definito dell’Autorizzazione Unica ambientale (AUA).

“Tale provvedimento – chiarisce De Stefano – consente la ripresa dell’emungimento a qualsiasi opificio singolo, che con analogo procedimento intende riattivare il proprio pozzo aziendale, con grande sollievo per le potenzialità dell’acquedotto comunale ai fini del consumo idropotabile.

Si evidenzia che tale procedimento è già stato attuato negli ultimi anni in altre provincie italiane (vedi Biella e Fabriano) per consentire l’emungimento da pozzi idropotabili contaminati con il tetracloroetilene, il trattamento con idoneo impianto a carboni attivi permette l’immissione nella rete acquedottistica civile, salvo periodico monitoraggio della competente ASL”.

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