La storia di Isidoro il bimbo irpino che non parla ma fischia

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Isidoro Sifflotin
Isidoro Sifflotin

In Irpinia è nato un bambino che ha imparato a fischiare prima che a parlare, si chiama Isidoro Raggiola e vive a Mattinella, ridente frazione di Andretta in provincia di Avellino.

Figlio di Quirino, strabico e comunista, e di Stella, bravissima nel fare la pasta, Isidoro ha elaborato il suo personale strumento di comunicazione, l’urlafischio, che ha raffinato grazie ad un merlo indiano di nome Alì, anche lui fischia per comunicare.

In paese tutti ormai lo hanno soprannominato Sifflotin, “il ragazzo che fischia” e lui ha persino elaborato il suo “Fischiabolario” per tradurre le parole in fischi e comunicare, in tal modo, con gli uccelli e unire il mondo della terra e quello dell’aria.

Rimasto orfano dopo il terremoto del 1980, Isidoro perde la parola ma viene aiutato dalla volontaria Renata e, successivamente, dal signor Enzo, che vive in una lussuosa casa a Napoli…

Non anticipiamo altro di questo bellissimo libro dal titolo “La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin”, felice parto della penna dell’attore casertano Enrico Ianniello, uscito a gennaio per la collana Narratori dell’editore Feltrinelli.

Allievo della Bottega Teatrale di Firenze di Vittorio Gassman, l’attore casertano ha lavorato molto in teatro realizzando la traduzione della commedia “Il Metodo Gronholm” del catalano Jordi Galcerán, nella quale ha recitato al fianco di Nicoletta Braschi e Maurizio Donadoni.

Nel 2011 Ianniello conquista il grande pubblico con un ruolo nella serie “Un passo dal cielo” con Terence Hill; lavora anche al film di Nanni Moretti “Habemus Papam” e in altre fiction di successo.

La storia del ragazzo che fischia in modo prodigioso come gli uccelli, attorniato da una famiglia bizzarra e amorevole  ha ricevuto, qualche giorno fa,  al Teatro La Fenice di Venezia il Premio Campiello Opera Prima per l’esordio nella narrativa.

Questo libro è tutto un delicato e leggerissimo gioco, legato al tema della Parola e della comunicazione, che si snoda attraverso le vicende di personaggi che sanno conquistare il lettore portandolo a spasso in questa rilettura favolosa della realtà, una realtà che tanti irpini hanno vissuto.

La semplice vita dei paesi, la vicinanza ma anche la difficoltà ad essere diversi in una piccola comunità, il dramma del sisma, la riscossa della fantasia che salva dall’omologazione e spinge la mente verso traguardi più lontani, la perdita delle certezze e lo stravolgimento del mondo a causa di un evento catastrofico come il sisma, la partenza verso una città più grande… allora, siamo o non siamo tutti un po’ Isidoro Sifflotin?

“Chi non ha sofferto, canticchia. Chi ha sofferto, canta!” 

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