L’analisi: il tallone d’Attilio tradisce l’Avellino, ma non è il momento dei processi

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Istruzioni per l’uso nell’analisi della sconfitta dell’Arechi: vietato allestire processi sommari per una squadra che si è presentata ai nastri di partenza con diciassette operazioni di mercato in entrata. Premesso ciò, i timori della vigilia da parte di Attilio Tesser si sono palesati puntualmente: la Salernitana ha colpito sugli esterni cogliendo impreparato l’Avellino. L’atteggiamento sulle fasce rappresenta uno dei limiti del momento di una fase difensiva assolutamente da rivedere.

A loro parziale discolpa, lo scarso supporto, soprattutto nel primo tempo, da parte delle due mezzali del rombo, Zito e Gavazzi, allo sviluppo della fase di non possesso sulle corsie laterali. Il modulo a rombo richiede che i due centrocampisti intermedi sappiano scalare a dovere sugli esterni di competenza e all’Arechi qualche lacuna di troppo in tal senso c’è stata, complice anche la voglia da parte dell’Avellino, come dell’avversario, di misurarsi a viso aperto, senza troppi tatticismi.

Squadre lunghe e spaccate sin dai primi minuti di gioco con ritmi quasi infernali. A pagar dazio sono state inevitabilmente le difese, abbandonate al proprio destino da due mediane propositive e al contempo distratte. Il duello Zito-Sciaudone ne è stato l’esempio lampante: due calciatori a loro agio quando si è trattato di offendere ed un po’ meno nel contenersi a vicenda. E proprio sulla catena di destra, lungo la quale si è ritrovato ad agire l’ex centrocampista di Bari e Catania, l’Avellino ha sbandato pericolosamente nella prima parte di gara.

Il derby ha messo a nudo il tallone d’Attilio, la difesa, spedita senza troppi indugi nel calderone delle critiche, ma si tratta pur sempre di un reparto che ha accolto sei nuovi elementi su otto. Tre gol al debutto sono tutt’altro che lusinghieri per una formazione reduce da una stagione sopra le righe a livello difensivo e che ha imparato di poter arrivare fino in fondo in Serie B con il motto del “primo non prenderle”.

Sotto il profilo del gioco, l’Avellino ancora una volta invece ha mostrato una discreta circolazione del pallone con buoni palleggiatori come Zito e Gavazzi ed un Arini che ieri ha goduto di parecchio spazio per alzare la testa e scegliere la migliore soluzione di passaggio. La squadra biancoverde ha dimostrato, sotto questo aspetto, di aver recepito i dettami di Tesser. E’ stato il derby dei top e dei flop, dei segnali incoraggianti e delle aspettative deluse.

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