Basket Avellino, anche la Caduta di Roma insegna: occorre fiducia (e pazienza)

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Tifosi Scandone Avellino
Tifosi Scandone Avellino

Le vicende economico-giudiziarie che negli ultimi anni hanno segnato il destino delle gloriose piazze di Siena, Bologna (sponda Fortitudo) e – nel recentissimo passato – di Forlì e Roma insegnano: senza una forte e strutturata partnership societaria alle spalle difficilmente si arriva lontano.

La Scandone Avellino – che da quattro anni consecutivi è legata alla Sidigas SpA (il prossimo sarà il quinto anno di fila) – lo sa bene. Meno forse la pletora di tifosi, tecnici e presunti tali, commentatori di ogni sorta, che ruota intorno al nome della beneamata biancoverde.

Ci si chiede: venisse meno l’impegno di Gianandrea De Cesare (ad di Sidigas SpA), esisterebbe ancora una realtà di Avellino e provincia in Serie A?

E’ vero. La stagione 2015/2016 – la 16esima di fila nel massimo campionato nazionale di pallacanestro per Avellino – oggettivamente non è partita col piede giusto.

Dopo le ultime due stagioni disastrose (esclusivamente dal punto di vista dei risultati sportivi), la nuova annata della Scandone Avellino è cominciata con l’ambizione di una rifondazione manageriale cui però hanno subito fatto seguito le dimissioni lampo dell’appena nominato neo direttore sportivo (Valerio Spinelli, ndr) e la non conferma del direttore generale (Antonello Nevola, ndr).

Un boccone, senza dubbio, assai amaro da digerire, specie da parte di chi non è propriamente addentro alla materia Scandone.

In un sol colpo è ritornato alla mente l’addio clamoroso dello scorso anno (era il settembre del 2014) di Marco Aloi, già direttore operativo della Sidigas Avellino, e le negative congiunture (per usare un eufemismo) che questo gesto ha poi comportato nell’arco del campionato.

Sono state però le recenti parole del presidente del sodalizio biancoverde, Giuseppe Sampietro, a mettere a tacere le solite polemiche: “I tifosi stiano tranquilli. A giorni avremo notizie ufficiali (per la firma degli accordi con il nuovo diesse Alberani e col nuovo tecnico Sacripanti, ndr)”.

Dunque? Anche se molto poche ortodosse, le parole di Sampietro vanno prese per il senso che hanno: la Scandone del nuovo corso Alberani-Sacripanti è pronta a partire.

Questione di giorni se non di ore. D’altra parte, è stato così anche lo scorso anno (il che non vuole e non deve essere una scusante) quando la maggior parte dei tasselli del nuovo roster vennero ufficializzati a fine agosto (eccezion fatta per Adrian Banks e OD Anosike, scritturati nella prima metà di luglio).

Se è vero come è vero che per il principio del Rasoio di Occam la soluzione più immediata suggerisce l’inutilità di formulare più ipotesi di quelle che siano strettamente necessarie per spiegare un evento (quando quelle iniziali siano sufficienti), in questo momento occorre fare la cosa più semplice.

Che oggi è quella di staccare l’ennesimo assegno di fiducia nei confronti della proprietà biancoverde.

Se non altro, lo si deve per la storia della Scandone e per il fatto che questo sodalizio sportivo ha portato più in alto di tutti e tutto il nome di Avellino e provincia a livello continentale.

D’altra parte è così che recita uno dei più significativi banner della curva: Colori 2, Fede 1, Timori 0.

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