L’appello dei sindacati irpini a tutela dell’ Industria Italiana Autobus

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Trasporto Pubblico
Trasporto Pubblico

Nota stampa dei segretari provinciali di Uilm Fim Fiom Fismic Ugl Failms

Sollecitiamo il Governo al rispetto degli impegni sottoscritti il 16 dicembre scorso. Gli enti pubblici stanno facendo delle gare che sono proibitive per un’azienda in fase di crescita.  Si chiedono requisiti assurdi, come i 150 milioni di fatturato negli ultimi tre anni, vincolo che  mette in difficoltà Industria Italiana Autobus. Tutto questo nel resto d’Europa non accade perchè c’è  una strategia di sensibilizzazione delle municipalizzate ed anche un po’ di nazionalismo.

Chiediamo che vengano modificati gli ultimi bandi di  gara, affinchè si dia la possibilità di partecipare consentendo all’unica realtà rimasta in Italia che produce Autobus di essere forte in Italia e competitiva all’estero.  Tra le altre cose sta dimostrando, con le sue uniche forze, di poter reggere un confronto con gli altri competitors.

Chiediamo, inoltre di  rendere più snello l’iter burocratico del Bando Invitalia, per consentire ad Industria Italiana Autobus di poter ristrutturare il sito produttivo e, quanto prima, consentire a tutti i lavoratori di ricominciare a produrre. Si evidenzia che velocizzare il progetto d industrializzazione consentirebbe di acquisire commesse che  consentirebbero un futuro alla società, al territorio e dare un immagine di nuova vita ad un’Industria davvero tutta Italiana.

Sarebbe davvero un peccato grave, investire ingenti capitali per la ristrutturazione del sito industriale senza dare uno sviluppo industriale  duraturo e certo per mancanza di un minimo di attenzione da parte del governo nazionale e delle istituzioni tutte.

Chiediamo, infine, al Viceministro De Vincenti, un impegno maggiore da parte sua, come ha già dimostrato, e del governo, con investimenti maggiori per il settore del trasporto pubblico su gomma, ricordando che  è strategico, non solo per il territorio locale, ma, soprattutto, per l’economia nazionale, cosi come annunciato in sede ministeriale. Ad oggi forse per eccesso di entusiasmo, ci ritroviamo nuovamente, a fare i conti con una burocrazia lenta, un governo disattento, che taglia e non consente a nuove realtà industriali di emergere, tra l’altro interamente italiane.

 

                                                            

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