Tennis – Nuovo primato per il tennista, nato a Benevento ma di adozione irpina, Potito Starace. Secondo l’ultima classica ATP Potito Starace sale in 30esima posizione, a una sola lunghezza di distanza da Filippo Volandri, piazzato alla 29esima: i due tennisti si contenderanno sul capo di gioco americano il ruolo di miglior giocatore d’Italia. Mentre i più forti tennisti del mondo si davano battaglia sul veloce di Montreal, Potito Starace decideva di giocare sulla terra battuta il piccolo torneo di San Marino. La decisione del tennista campano è discutibile in termini di programmazione (fra poco scatteranno gli US Open, che si giocano sul cemento) ma anche in prospettiva di alta classifica, perché è solo misurandosi con i giocatori più forti del settore che si possono fare i progressi più importanti e attestarsi tra i migliori. Il trionfo su Montanes non gli ha fruttato molti punti ATP e il miglioramento in classifica è stato minimo, di una sola pozione. Però è interessante notare come di un solo posto sia diventato anche il divario attuale con il numero uno d’Italia Filippo Volandri. L’atleta livornese vorrebbe restare tra i primi trenta e magari puntare anche più in alto. Potrebbe approfittarne Starace, che in questa seconda parte della stagione ha conosciuto una programmazione simile a quella di Volandri, puntando cioè sulla terra battuta alternando i challenger (Lugano e San Marino) alle prove del circuito maggiore. E’ stato però più costante del compagno di Davis, con il risultato che adesso l’aggancio nell’ATP rankings è praticamente completato, e presto sul trono di primo giocatore d’Italia potrebbe salirci lui. Comunque vada, è una rivalità interessante che potrebbe fare bene al nostro movimento. Un amore per la racchetta, quello di Potito Starace, sbocciato alla tenera età di sette anni quando inizia a calcare la prima terra rossa con il maestro Antonio Panaro. A nove anni passa al circolo tennis “La Faggianella” di Benevento con Antonio Leone. Nel 1993 vince a Milano la Coppa Lambertenghi conquistando il titolo di campione italiano under 12. Frequenta per due anni il centro tecnico di Cesenatico e nel 1996 ritorna in Campania sotto la guida del maestro Alberto Sbrescia. Nel 1999 conquista il secondo titolo italiano, quello degli under 18, a Roma, battendo in finale il veneto Andrea Merati. Nel 2001 si trasferisce al centro di Trevignano con Tonino Zugarelli dove si allena per tre anni con i compagni Aldi, Giorgini e Petrazzuolo. Durante questo periodo arrivano i primi risultati, a cominciare dal 2002 quando raggiunge due finali challenger, a Mantova e Ashaffenburg, a altrettante semifinali a San Pietroburgo e Trani. Viene convocato, nello stesso anno, come quinto uomo in Coppa Davis nello spareggio contro il Portogallo e conquista il titolo europeo con la nazionale italiana. Inoltre, si riconferma per la terza volta campione italiano, vincendo gli Assoluti di Moncalieri, in finale con Leonardo Azzaro. Il 2003 si presenta come un anno un po’ negativo, terminato anche con un infortunio al menisco che gli costa sei mesi di stop e la discesa in classifica al 250°. Spiccano in questo anno la semifinale nel challenger di Napoli e la finale in quello di Reggio Emilia. Il 2004 comincia con un nuovo infortunio al ginocchio e col passaggio a Firenze sotto le cure tecniche di Umberto Rianna, ma è anche l’anno che lo porta alla ribalta per i risultati più importanti tra cui: le vittorie nei challenger si San Remo, Sassuolo e San Marino, una semifinale nell’ Atp di Gstaad, contro il n° 1 Federer e il terzo turno al Roland Garros, oltre alla partecipazione vittoriosa in Coppa Davis a Teramo.
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