Il rito della Milonga: il Tango ad Avellino è di casa.

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Tango
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Il tango abita anche ad Avellino. Sono infatti oltre un centinaio gli avellinesi che ogni settimana, in città e fuori provincia, rinnovano il rito della milonga “erotica e appassionata, inquietante e malinconica”; una nicchia in costante crescita.

In città i nomi di Albino Famiglietti e Diana Combattelli ad Avellino sono sinonimo di Tango, un “long seller” che da anni coinvolge gli appassionati della danza argentina nata nelle strade di Buenos Aires dall’incontro delle tante culture di quel paese di emigranti e resa immortale da musicisti come Piazzolla e danzatori come Gavito, Zotto e tanti altri.

“Il tango non è maschio, è coppia: cinquanta per cento uomo e cinquanta donna, anche se il passo più importante, l'”otto”, che è come il cuore del tango, lo fa la donna. Nessuna danza popolare raggiunge lo stesso livello di comunicazione tra i corpi: emozione, energia, respirazione, abbraccio, palpitazione. Un circolo virtuoso che consente poi l’improvvisazione”, se leggendo queste parole del leggendario maestro di tango Miguel Ángel Zotto avete provato un brivido, forse siete pronti per la milonga!

La febbre per il sensuale e raffinato ballo argentino ha da tempo contagiato anche la città di Avellino, complice il talento e la passione di due insegnanti d’eccezione: Albino Famiglietti e Diana Combattelli.

I due creatori di  “Casa de Tango”, la scuola operante presso la palestra Nikes, sono infatti avvinti dalla passione argentina da oltre un ventennio e, basta guardarli negli occhi mentre ne parlano, non ci sono tracce di guarigione da questa affascinante “tangomania”.

Nel prossimo mese di luglio, i due saranno gli organizzatori della II edizione di “Laceno Tango”, manifestazione che ha già catturato l’attenzione di decine di ballerini provenienti da ogni parte d’Italia per venire a immergersi nelle note di Piazzolla e nelle bellezze della Verde Irpinia.

Diana Combattelli
Diana Combattelli

“Abbiamo iniziato insieme questo percorso come allievi nel 1997  – spiegano – appassionandoci immediatamente. Abbiamo studiato in Italia e in Argentina con i più grandi maestri come: Nestor Ray, Osvaldo Zotto, Miguel Angel Zotto, Tete Rusconi, Susanna Muller, Eloria y Eduardo, Maria Playapaola, Carlos Gavito, Giselle y Gustavo Naveira, Jorge Firpo, Roberto Herrera, Esteban Moreno y Claudia Codeca e tanti altri”.

Nomi noti anche a chi di tango ha appena sentito parlare, che raffinano la tecnica della coppia di “tangueri” avellinesi che, a un certo punto, iniziano in Argentina il percorso per diventare insegnanti.

“Prima del ballo ho amato la musica – dice Diana Combattelli – perché è la musica che noi danziamo. In Argentina abbiamo fatto anche la scuola per diventare insegnanti e sono ormai 12 anni circa che condividiamo la nostra passione con gli allievi. Il nostro primo corso è stato a Napoli (dove insegna ancora Famiglietti) e poi ad Avellino dove, bene o male, sono passati un poi tutti quelli che ballano il tango in città e anche in provincia”.

Il tango, però, è un ballo ma anche molto di più.

“Il tango è una filosofia di vita – spiega Albino Famiglietti – perché la vita è emozione, l’emozione si trasmette molto più facilmente a chi si abbraccia e il tango è abbraccio. Il movimento dei piedi è la conseguenza di questo movimento; il tango, a differenza di altri balli che si danzano dalla cintola in giù, è la manifestazione di questa emozione e si danza “dalla cintola in su. L’Accademia che abbiamo frequentato a Buenos Aires è proprio di fianco alla Casa Rosada, sopra un magnifico teatro”.

Tante le esibizioni dei due che, tra anni fa, sono stati protagonisti di una serie di eventi di tango, di cui Combattelli è stata direttore artistico, ambientati nei maggiori siti archeologici come Mirabella, Abellinum e Avella.

“Abbiamo avuto anche il piacere di alcune apparizioni televisive – spiega Combattelli – e sul palco del nostro Teatro Gesualdo. Ora stiamo organizzando il Laceno Tango, una tre giorni all’insegna del tango con ballerini argentini e tanta musica. Ricordo con piacere, infine, l’evento di due anni fa a Taurasi dove circa 200 tangueri sono arrivati a danzare al Castello”.

Motivo di particolare soddisfazione, inoltre, la partecipazione alla manifestazione “Cairano 7X”.

“Abbiamo avuto il piacere – ricorda Famiglietti – di danzare Oblivion di Piazzolla per Franco Dragone (il creatore del Cirque du Solei) che ci ha ripreso e ci ha fatto moltissimi complimenti. Ma ogni esibizione, per noi, è sempre fonte di grande emozione, perché ogni volta si riaccende il fuoco della passione per questo ballo affascinante”.

Forse a torto, il tango è ritenuto un ballo amato soprattutto da persone adulte e con un livello di istruzione medio-alto.

“In città ci sono più di un centinaio di ballerini di tango – dice Diana Combattelli – che frequentano le serate che organizziamo in diversi locali in città ma anche fuori. Bisogna però sfatare alcune idee; il tango è un ballo per tutte le età e per tutte le fisicità. E’ vero che tra i nostri allievi abbiamo tanti medici, magistrati, ingegneri e professionisti, ma ovviamente il tango è per tutti, ciò che ci vuole è la passione! All’inizio, specie per gli uomini, può essere forse complicato guidare la donna ma, ben presto, ci si accorge che con un po’ di studio il gioco è fatto. Gli uomini che superano questa fase, di solito, restano fedeli al tango anche più delle signore!”.

Il prossimo 12 maggio Casa de Tango ospiterà uno stage con Luis Firpo, uno dei più grandi ballerini al mondo e maestro dei due insegnanti irpini; per i loro allievi e per tutti i danzatori d’Italia sarà una preziosa occasione per imparare da una vera celebrità.

“Spero di riuscire a creare una milonga fissa – dice Famiglietti – per agevolare tutti i ballerini e anche per creare un punto di attrazione per le altre città della Campania”.

Ciò che attira i neofiti che si avvicinano al tango è, di certo, anche la dimensione di eleganza e il rituale che guida questa danza di uomo e donna.

“Nel tango l’uomo è un gentleman – conclude Famiglietti – che invita la donna a ballare da lontano, con un cenno del capo, il “cabezero”; se lei risponde con lo sguardo allora si avvicina e, dopo l’iniziale abbraccio, inizia la magia della danza. Il cavaliere, inoltre, deve fare attenzione a capire il livello di conoscenza della sua dama e non metterla mai in difficoltà con passi che non conosce”.

Il tango, come accade nella vita, possono scoccare le magiche frecce di Cupido, è infatti uno spazio di socialità reale che diventa sempre più prezioso in questi tempi di socialità virtuale.

Uno spazio nel quale parla innanzitutto il contatto, l’energia che ognuno sprigiona partendo da sé e dalla musica e che si sublima, fino a diventare arte, nella sinergia con l’energia e la tecnica dell’altro danzatore.

“Il Tango non e’ una danza ma una ossessione. Per il tanguero e’ una parte della vita come mangiare e dormire. Erotica e appassionata, inquietante e malinconica, che coinvolge non solo il corpo ma anche l’anima”, Carlos Gavito.

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