Laura Rocco: da Serino all’Africa con Amore…

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laura rocco in africa
laura rocco in africa

Dalla verde Irpinia all’Eritrea per portare solidarietà ai bambini del brefotrofio di Hedo con i Missionari Vincenziani; ecco il viaggio della “Locandiera” Laura Rocco e il suo “mal d’Africa”.

laura Rocco in Eritrea
Laura Rocco in Eritrea

Nella vita di tutti i giorni è meglio nota come “La Locandiera”, lei è Laura Rocco da Canale di Serino, il bel borgo irpino abitato da una piccola comunità che vive secondo i ritmi e le consuetudini di un tempo, in un ambiente dove la natura s’impone per la sua prepotente bellezza e per le eccellenze enogastronomiche prodotte nella zona.

C’è però anche un lato diverso nella giovane imprenditrice della ristorazione irpina, la solidarietà. Laura Rocco, infatti, è appena tornata da un lungo viaggio in Eritrea, dove ha lavorato fianco a fianco dei Missionari Vincenziani a Hedo, presso il più grande brefotrofio di quel paese.

Com’è nata questa sua esperienza in Eritrea? Sappiamo che non è la prima volta che vi si reca.

“Le Suore e i Padri Missionari Vincenziani li conoscevo sin da piccola, quando si stabilirono a Serino, stando nella nostra comunità per molto tempo. Ho fatto con loro campi di lavoro in vari territori a rischio, compresa l’Albania. Nel 2000 è arrivata l’Africa, ci sono andata con un gruppo di medici e volontari provenienti da ogni parte d’Italia, ora perciò sono quindici anni che vado laggiù per prestare il mio lavoro da volontaria. Confesso che la prima volta ciò che mi ha spinto a partire è stata soprattutto la curiosità, poi però è stato amore immediato”.

Cosa l’ha colpita delle persone che ha incontrato?

I sorrisi dei Bambini dell' Eritrea
I sorrisi dei Bambini dell’ Eritrea

“I mille sapori, odori, colori, volti, occhi che ho incontrato mi hanno sconvolto e coinvolto la testa e il cuore. E’ un viaggio mentale di sola andata, senza ritorno, perché è vero, il Mal d’Africa esiste. Esiste la voglia di prospettive arcaiche e semplici; il popolo africano, in questo caso eritreo, ha molto da insegnarci. Vivono in una condizione di dittatura, non di libertà, ma quanta dignità hanno! I villaggi poi, rappresentano lo scorrere lento del giorno, scandito da questi tragitti interminabili con i cammelli per prendere l’acqua al pozzo più vicino”.

Ci racconti un episodio che l’ha colpita particolarmente nel corso di questo o degli altri viaggi in Africa…

“Ce ne sarebbero centinaia! Voglio solo ricordare la gioia di quei bambini sordi che hanno sentito per la prima volta i suoni grazie a semplici apparecchi acustici o a quelli che hanno ripreso a camminare grazie al dono di una stampella. Sono emozioni e ricordi fortissimi, che stringono il cuore ogni volta che li si vive o ricorda”.

Che cosa ha ricevuto in cambio da questa esperienza? Si sente arricchita dal contatto con una cultura e una popolazione così lontana dall’Irpinia?

“La consapevolezza che per essere felici ci vuole poco. Lì basta poco, c’è semplicità, riconoscenza e, paradossalmente, anche “felicità “, quella che noi paesi cosiddetti “moderni” ricerchiamo ogni giorno, spesso invano”.

Il suo è un lavoro che ha a che fare con l’ospitalità e la gastronomia, ha per caso avuto modo di metterlo in pratica nel suo viaggio?

“Essere “Locandiera” anche in Eritrea? Ci ho provato, confesso però che cucinare sui carboni è una dura prova, se uno ha una giornata intera a disposizione forse può anche farcela!”.

Com’è possibile sostenere i progetti di aiuto in Eritrea?

“Io personalmente mi occupo per i Missionari, di adozioni a distanza, tra me e i miei amici sosteniamo circa 70 bambini. Con 1 euro il giorno, quello che spendiamo al bar per il caffè ogni mattina, possiamo veramente cambiare loro la vita. Chi volesse aiutarci ad aiutare i bambini di Hedo perciò, mi può contattare attraverso la mia pagina Facebook e fornirò tutte le informazioni e la modulistica necessaria”.

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